ETTORE GERMANO – VISITA IN CANTINA

Resto nel Comune di Serralunga d’Alba per una cantina nota ma mai appariscente, in grado di far parlare prima i vini di qualsiasi altro aspetto, grazie a un lavoro consolidato in generazioni di agricoltori e artigiani in vigna e cantina. Ettore e ora Sergio portano avanti il verbo di famiglia Germano, dalle umili origini contadine da sempre radicate nel versante di Serralunga d’Alba oggi noto come Cerretta, da cui proviene uno dei vini simbolo di questa azienda.

La famiglia Germano vive in Cerretta da un secolo e mezzo, raccogliendo prima la proprietà terriera del bisnonno Francesco e del nonno Alberto, in un ecosistema che prevedeva principalmente la vendita delle uve a imbottigliatori, passando poi con papà Ettore a mettere il proprio nome in etichetta. Questo avveniva nel Secondo Dopoguerra, periodo fertile per tante piccole realtà nonostante la difficile collocazione contadina in un’Italia spinta verso l’industrializzazione aggressiva e, a posteriori, deleteria. Nonostante questa battuta di arresto le Langhe hanno affrontato la sfida a viso aperto e grazie a cantine come quella di Ettore Germano oggi l’Italia può essere orgogliosa dei propri vini.

La Cantina inizia a vinificare e proporre le proprie etichette dal 1985 con l’innesto di Sergio ad aiutare il babbo per arrivare al 1993 quando la conversione è ultimata: Sergio oggi è al timone e ha costruito un patrimonio di etichette storiche ad affiancarsi a recenti intuizioni, poi replicate da altri. Come non menzionare il Riesling e l’Alta Langa, due esempi della lungimiranza di Sergio che ha preferito scegliere con il cuore dove ampliare la gamma, anticipando il mercato di oggi. I figli Elia e Maria, nati a cavallo dei millenni, sono impegnati in azienda, così come Elena – la moglie di Sergio – che guida la parte amministrativa.

La struttura è stata rinnovata di recente e contiene tutti gli strumenti di lavoro di Sergio e del suo team, tra cui conosco il giovane enologo Davide: da una parte la vinificazione in acciaio e dall’altra le botti di legno, con il legno piccolo destinato all’affinamento dell’Alta Langa e le botti grandi per i rossi tradizionali, tra cui spiccano i cru di Barolo, ovvero Cerretta, Prapò, VignaRionda – quest’ultima ereditata dallo zio Tommaso nel 2010 – e Lazzarito. La situazione attuale vede una decina di ettari in Barolo e quasi altrettanti in Alta Langa.

Prima di addentrarci nei dettagli tecnici della produzione del vino ho modo di confrontarmi sulla situazione odierna delle Langhe del Barolo, dove Sergio è voce autorevole nonché consigliere del Consorzio Alta Langa: i passaggi negli ultimi decenni sono stati tanti e qualcosa è ancora da metabolizzare, cercando di muoversi in maniera organica a livello consortile evitando il protagonismo esasperato. Le nuove generazioni avranno tra le mani una Langa diversa e sarà un’altra volta una sfida per prevedere la direzione da prendere.

Impossibile a questo punto non spostarci in sala degustazione per assaggiare “qualcosa”, non senza aver fatto un salto in terrazza panoramica, immersa nelle vigne di Serralunga e capace di rilassare qualsiasi fervore. La sala è ampia e attrezzata a dovere con i tavoli marchiati VignaRionda, presagio di ciò che mi attende non prima aver visitato l’Alta Langa e alcuni bianchi tra le selezioni di Sergio e famiglia. L’Alta Langa è declinata in versione Extra Brut e Riserva 100% Pinot Nero, in attesa delle prossime evoluzioni con una Riserva Blanc de Blancs 100% Chardonnay e il Rosé de Saignée. Se l’Extra Brut si dimostra vino affilato, deciso e di grande appagamento, la Riserva promette una splendida evoluzione in affinamento, complice l’affinamento in legno che ne esalta la struttura. Il Nebbiolo viene spumantizzato con l’etichetta Rosanna, una bottiglia che sottolinea il frutto di origine senza perdere in piacevolezza o profondità.

Per i bianchi il Riesling la fa da padrone, in saldo nell’etichetta Binel con una parte di Chardonnay o in purezza con il celebrato Hérzu in versione 2020 smagliante. C’è spazio anche per la Nascetta che Sergio ha deciso di affinare in anfora con una breve macerazione per dare struttura al vitigno, senza sfiorare il mondo degli orange wine ma ampliandone il bagaglio palatale.

É tempo di rossi e l’introduzione è affidata alla Barbera d’Alba Superiore 2018, dalla profondità entusiasmante e peculiare, verticale a dir poco e di solida freschezza, precisa nel distinguersi con la tipica impronta di casa Germano. Spazio ora al Barolo partendo da una stupenda versione 2017 di Cerretta e il corrispettivo di Prapò. La Riserva Lazzarito mette a dura prova l’entusiasmo, specie di fronte a una 2014 così in forma da surclassare una 2015 non ancora esplosa in tutto il suo potenziale. La 2015 di VignaRionda è la prima annata prodotta da Sergio e mantiene il tocco della vigna di provenienza. Concludiamo con l’annata 2013 di Cerretta, un vino che sta iniziando a farsi benvolere e che pone questo vigneto tra i miei favoriti.

Tempo dei saluti: oggi Sergio e la figlia Maria – che mi ha assistito durante la degustazione e che nonostante la giovane età si dimostra interlocutrice ben più che preparata – mi hanno ospitato a casa, una casa fatta di vigne straordinarie e tanto lavoro, con la personalità adatta a fare scelte importanti. I vini di Ettore Germano, bianchi o rossi o bolle che siano, hanno la medesima impronta, ovvero vini diritti senza essere rigidi, dalla bevibilità importante frutto di acidità adeguate. Avere la possibilità di confrontare etichette differenti è un plus non indifferente, specie se guidati da un uomo delle Langhe come Sergio. A presto Cerretta e famiglia Germano.


Lista dei Vini Degustati:


Azienda Agricola Ettore Germano
Località Cerretta, 1 – Serralunga d’Alba (Cuneo)
https://www.ettoregermano.com
info@ettoregermano.com