La Biòca è una delle recenti cantine apparse nelle Langhe nell’ultimo periodo e anche grazie a una rete capillare di vendita e distribuzione si sta facendo conoscere un po’ dappertutto. La base è situata nel comune di Serralunga d’Alba, a pochi passi da due giganti diversi tra loro, ovvero Fontanafredda e Cappellano, ma l’impostazione di questa cantina è diversa da entrambe, sia per un fattore storico sia – ovviamente – per la disponibilità di vigne.

La Biòca oggi può contare su una decina di ettari per una produzione ridotta, anche perché – come mi spiega la mia guida Olga – alcuni affitti non sono più disponibili: una questione sempre interessante per chi è esterno come me ma sicuramente non trascurabile per chi invece lavora la Terra è la questione delle vigne in affitto, delle proprietà, delle vendite e di alcuni capitali esteri che stanno iniziando a farsi vedere in queste zone.

La Biòca è di proprietà estera ma viste le figure coinvolte è auspicabile che non ci siano grandi sconvolgimenti nell’immagine e nella produzione dei vini, dando ampio spazio e risalto alle uve delle Langhe che in un modo o nell’altro sono da anni la ricetta vincente di questo territorio. La produzione come detto prima è limitata e le etichette sono comunque numerose, un segno della disponibilità di diverse uve e soprattutto della capacità di selezionare le medesime per dare vita a due o più etichette con la stesso varietale, come avviene nel caso del Nebbiolo, il re indiscusso delle Langhe e anche della cantina. 

L’edificio produttivo in sé è semplice e logisticamente ben strutturato, dando ampio risalto alla possibilità di poter gestire al meglio sia le botti, ovvero i legni di varia pezzatura, sia l’acciaio, e compare anche un’anfora piuttosto imponente di 1800 litri che dà vita a un Nebbiolo del tutto particolare, di cui parlerò meglio più avanti. Lo spazio dedicato ai legni è duplice: da una parte abbiamo le botti grandi con l’utilizzo tradizionale adatto a diversi vini, passando invece al piano inferiore si trovano diversi legni piccoli sia tonneau sia barrique, che in un certo qual modo rendono contemporaneo l’utilizzo del legno, dando anche spazio ad affinamenti più brevi ma con micro ossigenazione maggiore. Potendo poi contare anche su una visuale panoramica esterna interessante, nonostante la mia giornata sia iniziata sotto le nuvole e sia proseguita invece con il bel tempo, la capacità attrattiva di questa cantina è innegabile, volendo puntare anche a un pubblico di appassionati e soprattutto di conoscitori di realtà piccole ma di rilievo qualitativo. 

Potendo dare ampio spazio ai vini, la mia sensazione è quella di una cantina contemporanea ma non del tutto priva di una virtù tradizionale, di certo legata all’utilizzo del legno grande, ma anche collegata a una determinante parcellizzazione delle vigne per cercare di selezionare il frutto migliore per l’etichetta di riferimento più adatta. In questa sede ho trovato apprezzabile la scelta di duplicare e a volte triplicare la medesima uva per dare una prospettiva sia sulle annate sia su un utilizzo differente delle vinificazioni, delle fermentazioni e degli affinamenti. In questo senso posso sicuramente menzionare il Nebbiolo che viene trattato sia come Langhe Nebbiolo, sia come Nebbiolo d’Alba sia come Nebbiolo d’Alba maturato in anfora: potendo assaggiare le tre etichette una di fianco all’altra ho potuto riscontrare grandi differenze, fermo restando che il contenitore non ha modificato la struttura primigenia dell’uva, un’uva dotata di tannino, profondità, acidità e dalla vèrve balsamica sempre ben presente.

La degustazione è stata ampia e per questo ringrazio Olga che con me è stata ben più che generosa: partendo dai Bianchi e passando poi a quelle che sono alcune rarità di rosso, tra cui una Pelaverga, vitigno che ormai dovrebbe essere in grado di muovere i primi passi da solo, passando poi per tutti i nebbioli: in questo frangente ho potuto assaggiare sia alcune annate recenti, quindi 2019 e 2018, sia una riserva 2014, che si ricollega alla mia opinione su questa annata. La 2014 è stata bistrattata a suo tempo ma oggi rileva una piacevolezza inedita sia ad annate precedenti sia successive, fermo restando che non penso reggerà molti decenni, preferendo esprimersi molto bene in un arco breve. Qui sotto l’elenco con tutte le degustazioni.

Le recensioni dei 13 vini degustati sono disponibili sul sito: la mia sensazione generale è che i vini de La Biòca siano puliti e dalla tendenza fresca, prediligendo comunque una buona concentrazione soprattutto sul Barolo. La possibilità poi di proseguire nei prossimi anni con una certa meticolosità in cantina non farà che bene a questa realtà: per ora ci sono tutti gli elementi per godersi vini piacevoli, puliti, ben strutturati anche in termini di comunicazione e che credo non potranno che piacere all’assaggiatore medio-alto. Non vedo l’ora di tornare l’anno prossimo per confermare le mie impressioni: nel frattempo ringrazio Olga e la Cantina per la splendida ospitalità.


La Biòca – Via Alba, 13/A – Serralunga d’Alba (CN)

https://www.labioca.it/
info@labioca.it