La mia ricerca prosegue con una cantina che colpevolmente ho spesso trascurato ma che ho trovato affascinante per storia e vini: Rocche Costamagna sorge nel cuore di La Morra e dall’insospettabile piccolo cancello di ingresso mai mi sarei aspettato quanto visto dopo.

Andiamo con ordine: la Storia di Rocche Costamagna ha superato il secolo ed è una delle poche cantine a poter vantare una storicità così lontana, potendo contare su una serie di scambi generazionali di proprietà che oggi conducono ad Alessandro Locatelli. La data di inizio lavori è del 1841, ben due decenni prima dell’Unità d’Italia e un secolo prima della Seconda Guerra Mondiale. Una data lontana che ci racconta un’Italia diversa, per certi versi ancora non esistente e di certo con una panorama vitivinicolo (delle Langhe e altrove) profondamente diverso: il vino di qualità non era certo un bene destinato a tutti ma solo all’aristocrazia, ovvero reali e nobili. Il ceto medio avrebbe dovuto attendere qualche decennio per potersi permettere il piacere del Barolo. Il Permesso Regio del 1841 menziona anche le vigne di proprietà, tra cui il corpo unico nelle Rocche dell’Annunziata che ancora oggi l’azienda conduce e da cui produce i propri gioielli.

Prima Francesco e poi Riccardo Costamagna conducono l’azienda, un’azienda che vira verso la produzione di vini di qualità da subito tralasciando le altre produzioni di campagna, potendo anche contare sull’interesse dei Reali verso questa azienda. Con Maddalena, moglie di Riccardo, entrano in gioco le donne ed è dunque la volta di Claudia Ferraresi, nipote di Maddalena, a dare ulteriore impulso alla qualità e alla provenienza delle uve, in un periodo – gli anni ‘60 – in cui povertà ed opportunità lavorative esterne spopolano le Langhe. Sono poche le aziende a rimanere e a credere nel territorio: Claudia ha un sogno e lo custodisce con cura, lasciando poi l’onere ad Alessandro Locatelli, attuale proprietario unico e che ho conosciuto durante la visita.

Oggi Rocche Costamagna esporta la maggior parte delle bottiglie, come ho notato capitare spesso: il pubblico mondiale e soprattutto di alcuni Paesi è più evoluto rispetto alla media e ha piacere nel provare vini di qualità importante, potendo anche giocare sul fascino delle Langhe per ricezione e racconto. La sede aziendale come menzionato in apertura sembra piccola ma in realtà è misurata sulle dimensioni attuali, arrivando a poche migliaia di bottiglie per ogni etichetta e preferendo la selezione in campo per preservare la qualità. La Cantina di affinamento sorge proprio di fianco alla strada che sale verso il centro di La Morra, un vero gioiello nascosto che dà spazio alle botti grandi, rigorose sul Nebbiolo da Barolo, mentre per la Barbera Superiore c’è spazio per la barrique.

Da ribadire la volontà della famiglia Locatelli di non spostarsi di un passo dalla propria sede storica, pur dovendo fare i conti con la scarsità di spazio in una cantina costruita alla fine del Settecento e che per diversi aspetti non è stata modificata di molto, se non con l’aggiunta di una piccola ala per il confezionamento dei vini pronti e per la terrazza e la torre, torre che offre alcune suites per l’ospitalità. La vista dal terrazzo è straordinaria e con un calice in mano si rischia di passare qui anche troppe ore ad ammirare le Langhe del Barolo. La giornata della mia vista è coincisa con il brutto tempo, ma questo è solo una scusa per tornare qui in un momento diverso e ripetere la visita e la vista.

Passiamo ai vini? Molto bene: si parte con il bianco di casa, Langhe Arneis 2023, che introduce al meglio l’eleganza e la soffusa raffinatezza di questa Cantina, potendo contare su una materia netta, precisa e affilata. La Barbera è gestita con la stessa mano, dando modo al frutto di emergere correttamente in entrambe le versioni, tra cui la Superiore è adatta all’affinamento ulteriore, dal cru Neirane di Verduno.

Spazio ora al Nebbiolo proposto in quattro versioni: il Langhe Nebbiolo unisce la facilità di beva comune a questa denominazione all’eleganza della Cantina, con note definite e avvolgenti. Il Barolo è declinato nella versione di assemblaggio, dove l’annata 2020 amplia ancora la bevibilità e la freschezza palatale, dando vita a un Barolo di pronta beva e con discreti margini di ampliamento in affinamento. Le Rocche dell’Annunziata sono le protagoniste tra le etichette di Rocche Costamagna: il Barolo 2020 affina per 18 mesi in botte rivelando un’anima di finezza a unirsi al frutto croccante del cru, mentre la Riserva 2017 con l’affinamento di 24 mesi si sposa bene all’austerità dell’annata, concedendosi a tutto tondo dopo qualche momento di riflessione.

Concludo sottolineando il denominatore comune dei vini di Rocche Costamagna, ovvero l’eleganza che va a sposarsi con un utilizzo rispettoso del frutto, poche uve ma ben gestite in un’ottica di sottili perfezionamenti costanti. Non mi resta che dare appuntamento ad Alessandro, Maurizio e Giulia all’anno prossimo, ringraziandoli della splendida ospitalità.

Rocche Costamagna

Via Vittorio Emanuele, 8 – 12064 La Morra (CN) – Italy

Tel. +39 0173 509225
barolo@rocchecostamagna.it

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