CECILIA MONTE – NEIVE – IN CANTINA

Ho incrociato Cecilia Monte a Grandi Langhe e ho pensato di approfondire questo nome, questa piccola Cantina che dalla sommità di Serracapelli domina la valle sottostante. Ci troviamo a Neive e incontro Cecilia in un plumbeo pomeriggio, in attesa di qualche goccia di pioggia che potrebbe dare respiro alla terra non ancora ristabilita dalla siccità dell’annata 2022: Serracapelli si trova nella parte più settentrionale della Denominazione Barbaresco a pochi passi da Starderi e Bordini, a qualche chilometro da Castagnole delle Lanze, Comune fuori dalla Denominazione.

Qui Cecilia conduce circa 3.5 ettari di vigna, con l’aggiunta recente di una porzione di Timorasso di cui parleremo più avanti: il corpo principale circonda la cantina e la doppia esposizione è ottimale per dare spazio sia al Nebbiolo da Barbaresco sia a Dolcetto e Barbera che completano la linea. Da segnalare una versione di Viognier che arriva da vigne nella denominazione Barolo, la scelta di proseguire con questo vitigno certo non autoctono ma allo stesso tempo interessante da coltivare e gestire, con finora pochissime Aziende ad avere etichette con questo vitigno. Oltre alla sezione intorno alla vigna, Cecilia ha aggiunto una porzione di Bricco San Giuliano sempre a Neive, per ampliare la gamma di Barbaresco e per dare un’altra interpretazione di questo vino.

La Cantina è divisa equamente tra acciaio e legno, con le svinature completate da una parte e dall’altra un discreto snellimento nell’affinamento in botte, dalla barrique a una manciata di tonneaux passando anche per alcuni nuovi contenitori in cemento che sempre più spesso stanno facendo la loro comparsa in queste zone. La scelta è ovviamente legata alla micro-ossigenazione e al contributo del legno, seguendo un’evoluzione generale verso vini sempre più legati al frutto e non all’affinamento.

La barricaia è affascinante per architettura e disposizione, oltre che per il muro di vecchie annate – non solo di Barbaresco – che Cecilia conserva per seguire l’evoluzione dei vini, avendo uno storico di “soltanto” venti annate e dovendo potersi confrontare con aziende ed etichette in costante crescita. Assaggiando i due bianchi di Cecilia – Viognier e Timorasso – non posso non pensare a come i bianchi di Langa e limitrofi siano oggi in grado di farsi apprezzare come singoli e non come accompagnamento verso i grandi rossi. Queste due bottiglie meritano anche ulteriore affinamento per poterne assaporare ogni dettaglio.

Sui Rossi il copione non cambia e se da un lato la concentrazione non è irrilevante dando vita a strutture solide, dall’altra la bevibilità è una delle chiavi di questi vini, un elemento ormai irrinunciabile per chi fa vino qui, evitando sovrastrutture ma anzi snellendo le procedure enologiche. Cecilia questo lo sa bene, avendo avuto modo di confrontarsi e assaggiare, scegliendo di non tradire il territorio ma di dargli voce autonoma, evitando protagonismi.

Passiamo al piatto forte, ovvero il Barbaresco declinato in tre versioni: il Bricco San Giuliano è pensato per uscire in annata mentre il Serracapelli esce un anno più tardi e la Riserva Dedicato a Paolo (papà di Cecilia) attende altro tempo in cantina per approfondire il discorso e iniziare a mostrare qualcosa di sè. I paragoni non sono semplici da fare proprio per il cambio di annata drastico tra 2018 e 2019, con l’austerità della 2019 a dare profondità alla succosa materia del Bricco San Giuliano. Il Serracapelli, pur potendo appoggiarsi su una annata tendenzialmente più facile da approcciare, ha concentrazione e struttura per durare almeno 25 anni in cantina: non un vino rigido ma un bell’esempio di come ci si muove qui a Neive. Il Dedicato a Paolo si declina su un’ampiezza grande e una longevità altrettanto importante: un robusto infante, da preservare per il futuro.

Cecilia Monte è viticoltrice attenta e pragmatica e i suoi vini rappresentano bene un modo di pensare le Langhe e i suoi vini, da una parte la contemporaneità e il confronto con il resto del Mondo e dall’altra un’aderenza alla terra con vini profondi e strutturati, ma non rigidi od opulenti. Tornerò qui a verificare queste mie impressioni, ringraziando Cecilia per il suo tempo.