PIO CESARE – ALBA – IN CANTINA

Impossibile negare la rilevanza storica di una cantina come Pio Cesare, oggi l’unica Cantina attiva nel centro cittadino di Alba, a metà strada tra i territori del Barolo e del Barbaresco, denominazioni che Pio Cesare gestisce con uguale impegno, per non perdere la tradizione langarola e albese di cura e sviluppo di queste aree così importanti per il vino di oggi e, come avrò modo di capire in cantina, di ieri.

Pio Cesare nasce come Cantina nel 1881 e il fondatore – Cesare Pio – decide di impegnarsi in prima persona nella creazione e vendita di vini delle Langhe, iniziando a costruire ciò che ancora oggi per la famiglia è anche casa: siamo al confine interno del centro storico di Alba e saggiamente le mura romane fungono da fondamenta dell’edificio. La storia della cantina si intreccia infatti con la storia della città di Alba, ovvero Alba Pompeia, centro abitato e inserito nell’impero romano tanto da dare i natali a un imperatore, Pertinace. Le mura romane sono soltanto una parte dell’aspetto storico: fanno bella mostra di sè ritrovati vitivinicoli degli ultimi 140 anni, tra cui un peculiare sistema per spostare le bottiglie tra depositi.

Non bisogna però pensare a Pio Cesare come a una cantina ancorata al passato, quanto una famiglia che nelle cinque generazioni ha saputo rinnovarsi con costanza senza dimenticare l’affetto per la terra e per il vino, affetto che si è tramutato nell’acquisto di numerose vigne che garantiscono oggi il 100% della produzione, senza contributi esterni. I venti dipendenti operativi in campagna sono un altro segnale importante, così come le Menzioni Geografiche storiche di proprietà, partendo da Ravera, Ornato, La Serra e Mosconi in Barolo e Bricco di Treiso, San Stunet e Rombone nel Barbaresco.

Queste Menzioni potrebbero dare modo a chiunque di proporre un ventaglio di bottiglia da singola vigna, eppure la tradizione di Pio Cesare fa rima con “assemblaggio”: l’assemblaggio rappresenta – per la cantina – la summa dei rispettivi territori, dando la possibilità alle singole vigne di esprimersi al meglio in un’unione armonica con le altre vigne. Come Davide mi spiega, Pio Cesare cerca ogni anno di far suonare l’intera orchestra evitando di presentare esclusivamente solisti, per quanto talentuosi ma non in armonia con ciò che ha portato Pio Cesare qui oggi.

Nonostante il numero di bottiglie prodotte sia importante, la cura e la precisione sono evidenti girando per le ampie sale, cantine ampliate regolarmente che oggi arrivano fin sotto il fiume Tanaro in un ambiente che non necessita di controllo di temperatura ed umidità: ci pensa l’acqua del fiume a mantenere costanti questi due aspetti fondamentali per la conservazione del vino. I contenitori di legno prediletti sono grandi, nonostante ci siano tonneau e barrique a dare manforte a determinati vini e determinati affinamenti, specie per il bianco PioDiLei a base Chardonnay che avrò modo di assaggiare in degustazione.

Visitare queste cantine non può non far pensare non solo alle generazioni della Famiglia Cesare/Boffa che si sono avvicendate (una menzione speciale per Pio Boffa, prematuramente scomparso): penso a tutti i dipendenti che sono andati avanti e indietro per queste sale e questi corridoi per 140 anni, consentendo a tutto il mondo di conoscere i vini della cantina. Davide mi mostra anche il passaporto di Cesare Pio con il numero 55 datato 1917: uno dei primi uomini del vino italiano a credere nell’esportazione, oggi giunta a circa 45 Paesi.

Passiamo alla degustazione? Ben più che volentieri. Mi accompagna in questa parte del viaggio Cesare Benvenuto, nipote di Pio Boffa e oggi al fianco di Federica Rosy nel gestire i tanti aspetti di questa cantina. Per non farci mancare nulla si parte con lo Chardonnay PioDiLei, un bianco da affinamento dove il legno imprime sensibilmente le proprie prerogative sul frutto, da indagare a cadenza regolare per carpirne il potenziale.

Il Nebbiolo regna incontrastato e mi diletto ad assaggiare Barbaresco 2018 e Barolo 2017, l’assemblaggio come equilibrio tra le vigne con due bottiglie che vanno affrontate con rispetto e pazienza, in grado di regalare tante sensazioni e per le quali la degustazione sul momento restituisce soltanto una piccola parte. Le singole vigne sono rappresentate dal Barbaresco Il Bricco 2017 dal Bricco di Neive, un naso di eleganza che si ribadisce in bocca, una bella bottiglia senza dubbio. Passo al Barolo Mosconi 2017, figlio del comune di Monforte d’Alba con l’inconfondibile leggiadria olfattiva della Cantina, lineare e completo già oggi. Concludo con il Barolo Ornato, bandiera aziendale e dalla profondità importante, da meditazione.

Concludo innanzitutto ringraziando Davide e Cesare per la loro disponibilità, la Cantina e la Famiglia per aver mantenuto fede alle proprie origini e per aver rispettato la terra per 140 anni, oltre a Thurner PR nella persona di Arianna Nieri per aver agevolato l’incontro. Pio Cesare è una cantina storica e solida ma non vecchia: il vino delle Langhe, specialmente i due più importanti, è materia composta soprattutto di attesa e calma, doti che la cantina ha dimostrato di avere. E lo farà per almeno altri 140 anni, come minimo.


Lista dei Vini Degustati:


Pio Cesare – Vigne di Proprietà
Via Cesare Balbo, 6 – Alba
https://www.piocesare.it/
direzione@piocesare.it