Vittorio Navacchia – Tre Monti – Intervista

Ho incontrato Tre Monti qualche tempo fa, assaggiando (su suggerimento di Clizia Zuin) la Vitalba 2018, albana macerata in anfora per tre mesi, vino di grande personalità e indubbia piacevolezza. Ho deciso quindi di approfondire i vini della cantina, incontrando virtualmente il buon Vittorio Navacchia, responsabile delle operazione e proprietario con la famiglia della Cantina. Siamo a Imola, un territorio distante dalle denominazioni più note dello Stivale eppure affascinante, una terra che intendo approfondire quando si potrà. Vittorio è uomo di grande umiltà e che ben conosce pregi e limiti del territorio, senza doversi inventare storielle: qui il vino è fatto da gente che lavora la terra con dedizione e rigore. Ho apprezzato il lato umano di una cantina che spero di veder crescere nel prossimo futuro. Lascio la parola a Vittorio.

IBT: Buongiorno Vittorio e benvenuto su IoBevotanto. Come sta procedendo la gestione dell’emergenza Covid?

VN: Buongiorno, Federico. Tutto bene, stiamo andando avanti. Abbiamo finito l’anno 2020 con un buon dicembre e speriamo di riprendere meglio, anche se il secondo lockdown è stato più pesante del primo, ma da bravi romagnoli ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti. La 2020 è stata una bellissima vendemmia, la qualità in cantina mi sembra che ci sia. Dobbiamo fare in modo di farci trovare pronti quando si sentirà una certa ripresa, essere pronti con il massimo impegno e spero che questa sia la strada corretta.

Ci vorrà un po’ di pazienza anche per questo 2021, soprattutto a livello Horeca, ma in ogni caso quando si riprenderà penso e spero che ci sarà un po’ più di rispetto per la natura e per noi stessi, questa situazione dovrà essere un monito e un avvertimento per il futuro.

Vittorio Navacchia - Tre Monti - Intervista

IBT: Non ho potuto fare a meno di notare che avete creato un e-commerce, lo porterete avanti anche in futuro?

VN: Breve premessa: quando è scoppiato tutto io stavo tornando dagli USA dove vado una o due volte l’anno in affiancamento ai distributori e in Italia qualcosa si stava già avvertendo (le prime zone rosse), finchè sono tornato in italia ai primi di marzo e mio fratello Davide era molto preoccupato, specie per le chiusure dei ristoranti. Abbiamo avuto 10/15 giorni di sbandamento anche perchè nessuno sembrava avere una soluzione. Poi abbiamo iniziato con le consegne a domicilio per affrontare al meglio canali non seguiti prima di marzo 2020. In precedenza la gente veniva in azienda ma non eravamo molto attenti al canale privato. 

La risposta, onestamente, è stata inaspettata e abbiamo iniziato in tre a consegnare porta a porta, come ai vecchi tempi. Non stiamo parlando di grandi quantitativi, magari uno o due casse per famiglia.

Pur essendo un’azienda piuttosto storica in zona, e pur non avendo grande cura del territorio a livello privato, abbiamo capito che dobbiamo mantenere questo canale riuscendo quasi a colmare il vuoto del fatturato dei ristoranti.

Adesso conosco personalmente le persone che bevono il mio vino, ho stretto delle belle collaborazioni (anche a livello personale) con aziende che acquistano e bevono i miei vini. L’estero invece è andato avanti quasi senza problemi, sia Nord America sia Nord Europa, dove abbiamo registrato un calo di fatturato minimo.

TRE MONTI THEA BIANCO 2018

IBT: Ho notato che fai accenno spesso agli Stati Uniti come vostro mercato: l’immagine che abbiamo in Italia è quella di un paese dove tirano i grandi nomi e le grandi denominazioni (Langhe, Chianti, Brunello e poche altre, il Prosecco). Come si comporta una cantina come la vostra che non gode di questi nomi altisonanti ma fa bottiglie di prezzo più contenuto?

VN: Noi abbiamo iniziato a viaggiare negli USA nel 2009, anno difficile perchè appena scoppiata la bolla finanziaria del 2008. All’epoca vevamo un unico distributore ma non eravamo contenti dei risultati, oltre a non avere un buon legame personale. Da quell’anno abbiamo iniziato ad andare negli Stati Uniti ogni anno e a girare per enoteche e ristoranti, facendo assaggiare il vino. Aggiungo, in quegli anni la nostra qualità non era così alta come oggi, erano vini buoni ma che forse non raccontavano molto del territorio. Se ciò non bastasse abbiamo iniziato a vendere il vino in KEG, ci sono enoteche che vendono solo questi vini alla spina e ne sanno parlare bene, mantenendo un prezzo tutto sommato elevato, una situazione inedita in Italia.

Tre anni fa ero a Boston con mia moglie Roberta, il distributore mi riceve per un’ora prima della riunione dei rappresentanti. “Vittorio, cosa vuoi che ti dica, la tua albana Vigne Rocche è troppo facile da vendere”, mi ha detto appena ci siamo visti. Probabilmente non era il suo vino migliore nell’elenco delle cantine gestite, ma per le caratteristiche che ha era l’ideale per la sua clientela: di impatto, beva giustamente alta e dalle caratteristiche precise e pulite. Ricordo che il Vigna Rocche fa un paio di settimane di macerazione, ma resta un vino dal prezzo contenuto.

Questo apprezzamento mi ha dato un ulteriore stimolo nei confronti di questo mercato e anche grazie alle persone che collaborano con noi abbiamo raggiunto un ottimo risultato, circa il 15% del nostro fatturato totale. 

Ho visto proprio che questa Albana ha avuto un ottimo riscontro, tanto che quest’anno sono rimasto tre mesi senza bottiglie in cantina, contando anche che è circa il 10% della mia produzione.

Credo anche che oggi ci sia una grande attenzione sui vini macerati in generale, e pur essendo una terra nota soprattutto per i rossi, con il Sangiovese a farla da padrone, l’Albana sta ampliando notevolmente la sua fascia di interesse. Il nostro obiettivo è di mantenere questa attenzione lavorando sulla qualità dei vini, creandone di puliti, attenti e legati a doppio filo al territorio.

Vittorio Navacchia - Tre Monti - Intervista

IBT: Parliamo ora della grande innovazione che avete affrontato come cantina: come avete iniziato a pensare all’anfora e alla macerazione?

VN: La nostra storia con l’anfora è nata come un gioco: ho un amico che ha lavorato a Pollenzo per anni all’Università del Gusto, al Vinitaly 2012 mi propose di far arrivare qualche anfora dalla Georgia per vedere cosa sarebbe uscito dalle nostre uve unite alla macerazione. La prima anfora mi arrivò in cantina a Maggio del 2013.

Il mio background enologico è molto tecnico, così come quello dei nostri collaboratori: il mio approccio nei confronti di questa tipologia di lavorazione è stata inizialmente dubbiosa, ma anche grazie alla risposta del pubblico e alla sorpresa positiva che ebbi nei primi assaggi, ho deciso di mantenere questa lavorazione. Oggi l’Albana secca in anfora Vtalba è un nostro fiore all’occhiello e fa 90 giorni di macerazione, mentre all’inizio i giorni erano 120.

TRE MONTI VITALBA ALBANA 2018

Posso anche sottolineare la lungimiranza di mio padre, uomo di 87 anni, che per primo mi ha supportato in questa scelta, così come è stato uno dei primi a introdurre un enologo di caratura internazionale già nel 1986, quando in Romagna la precisione in viticoltura non era la stessa di oggi.

L’aggiunta della macerazione è avvenuta in un momento in cui sentivo che i nostri vini non mi rappresentavano più: la parte enologica era seguita da me senza il confronto con consulenti esterni, ma provavo ogni anno a fare lo stesso vino. Qualche anno più tardi conobbi Nicola Tucci, che ormai ci segue da sei vendemmie, con il quale ci confrontiamo con grande piacere e grazie al quale stiamo cambiando piccoli dettagli nella nostra produzione, e i vini sono un’ottima rappresentazione di questi cambiamenti, penso in positivo. Il mio obiettivo è anche di perfezionare i rossi, migliorando la qualità del nostro Sangiovese in primis, dando la mia interpretazione all’interno dei nostri terreni.

IBT: Come riuscite a gestire l’ampia gamma di vini prodotti?

VN: Non è facile, tanto che regolarmente ci viene in mente di aggiungere o togliere qualcosa. In realtà la gamma ampia ci ha aiutati a mantenerci in piedi in questo 2020, perché per ciascuno c’è una piccola nicchia di consumatori che vuole esclusivamente quel vino e non vuole provare altro. Ad esempio, la nostra linea SoNo composta da vini senza solfiti aggiunti, con una quota di solfiti inferiore ai 10 mg/litro, ha una preferenza di acquisto nei supermercati, per cui non possiamo trascendere da questa fetta di fatturato.

Vittorio Navacchia - Tre Monti - Intervista

IBT: Ti faccio una domanda un po’ provocatoria: vi ho conosciuti con Vitalba, che è una albana macerata in anfora, per cui un vino che potrei definire di tendenza. Pensi che questo vino, così come il Piuttosto, siano il volano per far conoscere il resto della gamma o qualcos’altro?

VN: Lo stile della Vitalba, ovvero la macerazione e la maturità dell’uva, potrebbe in realtà essere un riferimento della prospettiva dell’Albana di questo territorio. Le potenzialità di questa uva sono enormi, e mi fa piacere sapere che uno dei miei vini, per quanto non tradizionale, possa avere fatto conoscere un territorio e un’uva. Difficilmente chi compra Vitalba è la stessa persona che beve SoNo, né è la stessa persona che beve Sangiovese tradizionale. Sono convinto anche che i miglioramenti del resto della gamma (Vigna Rocche in primis) siano dovuti all’esperienza enologica che ho fatto con Vitalba, tanto che oggi il Vigna Rocche è 100% macerato in acciaio, temperatura controllata e un diverso controllo rispetto alla Vitalba, ma comunque con un occhio verso il rischio della macerazione. Questo è quello che la nostra azienda vuole, ovvero un miglioramento costante di tutti i vini anche grazie a esperimenti e alle nostre curiosità.

IBT: Come è stato il vostro approccio con gli enologi, prima Donato Lanati e poi Nicola Tucci?

VN: Da Donato ho imparato tantissimo, anche se il tempo che abbiamo condiviso è poco, tanto che lo incontravo in autogrill per consegnare i campioni da assaggiare, essendo lui impegnato a insegnare enologia e con tanti altri progetti. Ci vedevamo 5 volte all’anno, ma mi resta impressa la sua capacità di spiegare le cose, per questo ho imparato molto di quello che so. Con lui abbiamo ottenuto grandi risultati con i bianchi, erano tempi diversi e forse un’Albana di oggi non sarebbe apprezzata venti anni fa. Per lui la nostra Albana era sempre tannica, per questo non apprezzata. Oggi un filo di tannino è più che accettabile per la maggior parte dei consumatori, per cui non ce ne preoccupiamo. Donato faceva gli assemblaggi, sceglieva cosa unire e cosa tenere a distanza, unendo anche quelle piccole percentuali di uva ammesse per dare più morbidezza ai vini. Penso che abbia davvero cambiato le sorti della nostra Cantina. Un uomo dalla capacità di assaggio incredibile, quando voleva fare gli assemblaggi rimontava la cantina, un grande professionista e appassionato. 

Vittorio Navacchia - Tre Monti - Intervista

IBT: Credi che la Romagna stia migliorando in termini di qualità e anche di immagine in Italia?

VN: Penso che ci sia ancora bisogno di unione soprattutto a livello stilistico, dove per il Sangiovese ci sono tantissimi stili e forse un po’ confusionari nei rapporti con chi beve questo vino. Non si deve perdere la direzione giusta, ovvero un vino dalla buona struttura e il corpo importante, mentre si cerca oggi uno stile sottrattivo che potrebbe non avere un lungo successo, soprattutto se le vigne di origine non sono più che ottime.

Sull’Albana invece vedo belle espressioni, nonostante ci siano stili diversi vedo una direzione unica.

La frammentazione è tanta, ci sono tantissime piccole aziende ma forse non c’è una direzione unica, come in altre parti d’Italia.

In ogni caso, la speranza è di poter ricevere presto le persone in cantina e far assaggiare i nostri vini, sottolineando che il nostro territorio ha tante belle realtà da scoprire e apprezzare.

Ringrazio Vittorio per il suo tempo e la sua attenzione nei confronti, con la speranza di raggiungerlo in cantina e vedere come si fanno i vini tra Bologna e il mare.