Sandro Fay è una delle prime cantine della Valtellina che ho approcciato con interesse alcuni anni fa, colpito probabilmente dalle etichette e da una finezza gustativa che in valle ha ben pochi rivali. Sul vino avremo modo di parlarne: torniamo alle origini. Sandro Fay nasce come cantina nel 1973 quando Sandro interpreta correttamente la propria vocazione di dare voce alla piccola produzione familiare, puntando sul vino in un’epoca distante dalla nostra sotto tutti i punti di vista, conscio anche delle difficoltà tecniche e pratiche nel mettersi in proprio. 

Oggi la situazione è cambiata, grazie anche all’innesto di Marco ed Elena in azienda: la superficie vitata si è ampliata toccando i 15 ettari di proprietà e lo stesso percorso è avvenuto per la gestione dei vini. Marco sottolinea come la suddivisione tra zone di produzione appartiene al passato, un passato che aveva bisogno di nutrirsi di nomi e caratteristiche zonali ben definite, anche per interfacciarsi con un cliente meno cosciente rispetto al cliente di oggi. Marco ed Elena hanno preferito accantonare il discorso delle zone prediligendo una produzione incentrata sull’altitudine, con vini distinti per altimetria.

Partendo dai 300 metri, raggiungendo i 500 e arrivando ai 700, i vini di Sandro Fay raccontano storie differenti dovute di certo all’altitudine con la conseguente esposizione diversa, le difficoltà tecniche nel raggiungere e gestire gli appezzamenti in quota, la sensibilità diversa nel dover raccogliere e vinificare uve di indole differente, cercando di mantenere il carattere della Cantina.

L’Azienda ha anche dato un contributo importante in termini di cru, con i Valtellina Superiore nominati anche in base alla vigna di provenienza, per dare modo al consumatore di sperimentare le differenti prerogative di ciascuna zona, specie in un sistema montuoso dove la geologia è fondamentale per comprendere a fondo il vino e i vini. La Cantina si trova a Teglio ed è di recente costruzione, tanto che alcune parti sono ancora in definizione: lo spazio è ampio e dà modo ai ragazzi di gestire le complesse vinificazioni separate. Sandro è stato anche uno dei primi in valle a proporre una bolla ma Marco ha preferito concentrarsi sul Nebbiolo: l’unica eccezione è rappresentata da uno Chardonnay d’altura, impianto del 2014 per poco più di mezzo ettaro di vigna.

La degustazione parte dal bianco SottoCastello di cui sopra e si sposta sul Nebbiolo in tutte le sue cangianti sfumature: CostaBassa 2018, Cà Moréi 2017, Carteria Riserva 2016, Il Glicine 2018, lo Sforzato Ronco del Picchio 2018 passando per La Faya, un altro esperimento con il Merlot a incontrare il Syrah. Piccolo inciso: il blend conteneva Nebbiolo fino a pochi anni fa, preferendo oggi dare voce coerente ai soli vigneti internazionali.

In tutto questo è impossibile non notare l’estrema eleganza e la finezza della mano dei Fay sul vino, un tocco che ricorda da molto vicino le Langhe e che personalmente non ho riscontrato nelle altre cantine visitate in Valtellina. Una prerogativa che differenzia questa Cantina dalle altre, grazie a una concentrazione minore e a una ricerca della grazia gustativa propria del nebbiolo. Vini di struttura e personalità, dall’incedere verticale e territoriale, su cui andare a colpo sicuro: ottima espressione del territorio e della personalità di Marco.

Concludo: Sandro Fay è un nome di garanzia per quanto concerne la Valtellina, in grado di dare una visione puntuale del Nebbiolo d’altura, grazie a una sensibilità non comune in vigna e in cantina. Un lotto di bottiglie eccellenti che non vedo l’ora di incrociare di nuovo. Grazie a Marco ed Elena della cantina e ad Emanuele Pellegrini e Laura di Pellegrini Spa per aver agevolato il tutto.


Lista dei vini degustati:


Sandro Fay
Via Pila Caselli, 1 – San Giacomo di Teglio
https://www.vinifay.it/
info@vinifay.it