UN PAESE DI CANTINE / OTTO / ZIDARICH

Resto in Friuli ma mi sposto a sud nel Carso, a venti chilometri da Trieste: Zidarich è una piccola realtà vitivinicola sulla costa che si è fatta notare per l’ottimo livello delle produzioni, una piccola serie di vini studiati in tutti i dettagli da Benjamin. La cantina è una osmiza, ovvero un’azienda agricola aperta al pubblico solo in alcune settimane dell’anno, cosa che sta accadendo in questo Luglio 2022. Le frasche indicano il percorso per raggiungere l’azienda, in una tradizione che dovrebbe risalire addirittura al periodo di Carlo Magno.

Il fermento è tanto, ma riesco comunque a visitare la Cantina, una cantina che ha tanti particolari unici da raccontare: le vigne sono suddivise in piccoli appezzamenti ricavati in pratica dalla roccia, con terrazzamenti e uno strato di terra di pochi centimetri, la terra rossa che consente uno sviluppo unico della vite. Le uve condotte sono diverse: la tradizionale Vitovska è rilevante, ma anche Malvasia, Sauvignon e il rosso Terrano. Impossibile tralasciare il mare, a poche centinaia di metri, con la sua influenza riconoscibile poi in fase di assaggio.

Benjamin ha inaugurato la cantina nel 2009 dopo otto anni di fatica, una versione ampliata in profondità e scavata nella roccia, una galleria suddivisa in più locali che farebbe contenti tanti geologi. Temperatura e umidità sono naturali, il processo di produzione parte dalla fermentazione a tino aperto con lieviti autoctoni per poi passare alla botte per un paio d’anni. Si sta anche proseguendo con la costruzione di un nuovo edificio poco distante per la conservazione delle bottiglie: obiettivo di Benjamin è di avere una biblioteca di annate vecchie da proporre ai clienti. Come per tanti vini di zona, l’affinamento è fondamentale.

La Cantina produce circa 25.000 bottiglie annue e la linea principale conta cinque referenze. Oltre a questa, una collezione di bottiglie a tiratura limitata e il Kamen, ovvero Vitovska fermentata e macerata in pietra, in enormi contenitori realizzati appositamente: un esperimento che spero di poter presto assaggiare.Passiamo all’assaggio: con di fronte a me lo splendido panorama e con la festa che sta prendendo forma in un vociare spensierato provo l’annata 2018 di Vitovska, Malvasia e Prulke (blend di Vitovska, Sauvignon e Malvasia), prima del rosso Teran e della Riserva Rujé 2015, blend di Merlot 85% e Terrano 15%. Non posso non sottolineare l’eleganza di questi vini unita a profondità e decisione, il tutto però di grande bevibilità anche immediata, ben sapendo che la crescita in affinamento è certa.

Zidarich è una realtà con solide radici nella roccia del Carso, guidata da un uomo che non teme nulla e per di più in grado di fare ottimi vini, nessuno escluso. Bravo Benjamin.