RENATO RATTI – VISITA IN CANTINA

Visitare la Storia, questo significa visitare la cantina Renato Ratti. Renato Ratti è personaggio chiave nell’evoluzione delle Langhe e del Barolo, un personaggio ancora vivo nella memoria di chi lo ha conosciuto. Partito per il Brasile come uomo della Cinzano, dopo una decina d’anni torna nelle Langhe e acquista il primo appezzamento sotto l’Abbazia dell’Annunziata, a La Morra.

Siamo nel 1965, nelle Langhe i tempi duri sono ancora presenti, la favola del Barolo e della magnificenza dei vini della zona non è ancora viva per nessuno, c’è tanto lavoro da fare e tanto da costruire, sia come cantine e vigneti sia come storytelling della zona e dei vini che nascono qui. Renato lo sa bene e inizia a darsi da fare, si occupa della propria azienda e la ampia costantemente. Non solo, Renato si dà da fare per affermare il territorio del Barolo, girando le vigne della zona e creando la prima classificazione dei cru, oggi Menzioni Geografiche Aggiuntive grazie all’apporto fondamentale nel 2010 di Alessandro Masnaghetti ed Enogea.

Nel 1980 Renato Ratti diventa presidente del Consorzio del Barolo, scrive libri, aggiorna la mappa e costruisce il Museo Ratti, ancora oggi attivo nel cuore della Cantina di famiglia. L’azienda nel frattempo è cresciuta andando ad acquisire varie vigne (Conca e Rocche a La Morra, vigneti a Mango e Costigliole d’Asti).

Nel 1988 Renato viene a mancare e Pietro, il figlio, riceve un’eredità importante, un onere che l’azienda sta riuscendo a portare avanti con orgoglio e personalità. Oggi l’azienda arriva a circa 400.000 bottiglie divise tra i super classici Marcenasco e Nebbiolo Ochetti senza dimenticare le novità, Sauvignon in primis ma anche Nebbiolo Reggimento.

La cantina è stata ricostruita nel 2002 con importanti aggiunte nel sottosuolo per vinificazione e affinamento, ampliando la superficie di lavoro fino ad arrivare alle dimensioni di una cattedrale sotterranea. L’imponenza delle sale è innegabile, così come la dimensione di tradizione nella vinificazione, botte grande per i vini importanti e lunghi affinamenti. Il Visitor Center è a dir poco magnifico, dando al visitatore l’impressione di essere in un luogo lontano dal tempo, immerso nel panorama delle Langhe.

La sala degustazione ha una vista unica sulla collina che dalla frazione L’Annunziata si affaccia sulla valle sottostante, un panorama difficile da dimenticare anche per chi è già stato in zona diverse volte. Fa un certo effetto degustare i vini di Pietro e famiglia con questo spettacolo sotto gli occhi, un immenso abbraccio della Natura benevola con l’uomo rispettoso e paziente.

Cosa assaggiamo oggi? Sauvignon 2019, Nebbiolo Ochetti 2018, Nebbiolo Reggimento 2017, Barolo Marcenasco 2015 – 2013 – 2012 e Barolo Rocche dell’Annunziata 2016 di cui parlerò approfonditamente più avanti. Niente fuochi d’artificio ma tanta eleganza e consistenza, il marchio di fabbrica bene in vista.

Ringrazio l’Azienda per la visita e Beatrice Battaglino per avermi accompagnato in questa visita. Un brindisi ai prossimi 50 anni di Marcenasco, come minimo!

Ho scritto un libro sul Barolo consultabile qui.