GIORGIO MELETTI CAVALLARI – BOLGHERI – IN CANTINA

La famiglia Meletti Cavallari è implicata nella storia di Bolgheri da decenni, con il papà Pier Mario ad essersi innamorato di questa zona in tempi non sospetti – nel 1977 – amore culminato nella scelta di prendersi cura di un pezzo di terra e chiamarlo Podere Grattamacco. Giorgio è cresciuto tra le vigne di questa cantina e ha deciso di seguire il percorso del padre, anche se in autonomia: diploma agrario a Siena e poi alcune significative esperienze all’estero, prima del rientro a Bolgheri e la decisione di aprire una propria cantina nel 2002.

Incontro Giorgio in cantina e decidiamo di andare a vedere le vigne, partendo dal vigneto Piastraia che si trova nel bel mezzo del nulla, del bosco, a 350 metri di altitudine: la bellezza incontaminata del fazzoletto di quattro ettari che Giorgio porta avanti fa rima con la difficoltà logistica di gestire un impianto del genere. La strada di collegamento è accidentata e questo costringe a grande attenzione specialmente in fase di vendemmia, ma è anche l’occasione per farmi raccontare da Giorgio tutto ciò che circonda l’azienda, il progetto e il futuro.

Come si può vedere dalle foto, Piastraia ha una discreta pendenza e soprattutto una ventilazione costante garantita dal mare e agevolata dall’impianto a ritocchino, il tutto su un terreno di galestro, ovvero uno scisto argilloso piuttosto friabile, una sorta di corteccia che consente all’apparato radicale delle piante di andare in profondità. La resa di questo vigneto è piuttosto bassa e questo ne favorisce ancora di più la qualità: l’unico obiettivo di Giorgio, nonostante il lavoro necessario per raggiungere e mantenere Piastraia.

L’altro vigneto dell’azienda si trova invece in pianura intorno a Villa Borgeri, che è poi casa di Giorgio e sede dell’agriturismo familiare, a pochi passi dalla cantina: il nome Borgeri – ripreso anche sulle etichette – si rifà a una cartina della zona attribuita addirittura a Leonardo, con la scritta Borgeri a identificare il comune di Bolgheri. Da evidenziare anche la gamma ristretta e piuttosto definita, ovvero tre versioni di Bolgheri in rosato, bianco e rosso e un Bolgheri Superiore, Impronte, responsabile di ottimi punteggi e – personalmente – bottiglia da tenere d’occhio.

Tutto qui? Assolutamente no: parlando con Giorgio e poi trascorrendo del tempo con la famiglia (la moglie Monica e il piccolo Pietro) ho potuto apprezzare la filosofia e lo stile di vita di un artigiano del vino conscio della potenzialità del posto e con lo sguardo diretto lontano, con la consapevolezza che gestire la natura è complesso e necessita di un discreto “capitale” di leggerezza e tranquillità con cui stemperare i problemi e le inevitabili urgenze di questo lavoro.

Assaggiamo tutto? Ma certo: partiamo dal Borgeri Rosato 2021, bottiglia di dichiarata ispirazione provenzale, con il Syrah a dare croccantezza a un sorso piuttosto pericoloso, in special modo alla corretta temperatura. Il Borgeri Bianco 2021 mostra un volto più austero, con la compartecipazione di Vermentino e Viognier, un’intepretazione personale e dalla discreta profondità palatale, ottimo. Borgeri Rosso 2020 va a inserirsi nel filone della prontezza gustativa, limitando la complessità in favore dell’abbinamento a tavola, dall’invitante freschezza. Per concludere, il Bolgheri Superiore Impronte 2018 è ottimo e non teme confronti, con la succosità dell’annata a dare manforte alla finezza e alla complessità che qui si evince distintamente.

Due facce della medaglia Meletti Cavallari: da una parte un Giorgio divertente e leggero con vini adatti alla festa e al relax (a bordo piscina di Villa Borgeri, perchè no?), dall’altra un Giorgio riflessivo e concentrato sul lavoro, di profondità e incisività sensoriale, dalle indubbie capacità vitivinicole. 


Lista dei Vini Degustati:


Giorgio Meletti Cavallari
Via del Casone Ugolino, 12 – Castagneto Carducci (Livorno)
https://giorgiomeletticavallari.com/
info@giorgiomeletticavallari.it