Bene bene bene, eccoci con la prima novità di questo 2016. Iniziamo con questa intervista dedicando uno spazio alle persone importanti/influenti nel nostro settore preferito, bloggers, imbottigliatori, importatori, insiders, semplici appassionati.

Siamo oggi in compagnia di Gal, blogger di Whisky Israel, che ci spiega un po’ il suo punto di vista sul blogging e sul mondo del whisky in generale. Buona lettura!

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1. Ciao Gal! Parlaci di te, della tua vita, del tuo lavoro!

1. Bene, di giorno sono un ingegnere informatico, di notte un whisky drammer. Ospito degustazioni di whisky ogni tanto, per gruppi che prenotano, e talvolta, quando voglio che le persone abbiano la possibilità di assaggiare qualcosa di speciale, organizzo eventi a tema sulle distillerie che amo, e con whiskies che non si trovano in giro. Amo anche degustare whisky con un gruppo di amici che sanno apprezzare il buon whisky.

2. Parlaci del tuo blog: storia, metodi, amici, responsabilità nei confronti del pubblico.

2. Circa 8 anni fa ho iniziato un blog nella mia lingua principalmente sul cibo e sul bere, avevo un socio, un buon amico, e ci occupavamo sostanzialmente di recensioni di vino e ristoranti, ed ovviamente qualche whisky. Gradualmente mi sono accorto di scrivere sempre di più sul whisky, e che mi appassionavo sempre di più, e siccome la community sul whisky era molto piccola, ho deciso di aumentare la mia responsabilità lanciando Whisky Israel, che è un blog sul whisky in inglese. Oggi assaggio un sacco di whisky nuovi regolarmente e provo a scriverne, oltre ad eventi sul whisky e news.

3. Pensi che, oggi, sia importante il blogging?

3. Il blogging è importante sicuramente, in quanto dà recensioni più “obiettive” rispetto alle note ufficiali, ed anche, essendoci così tanti whisky, non si può certo provarli tutti, così leggere i blog (più di uno, naturalmente), può aiutare. Penso anche che i blogger di whisky abbiano una voce e che siano letti dagli insider del settore (anche se non lo ammetteranno mai), dato che non lavorano all’interno di uno spazio vuoto. Sono influenzati da ciò che scriviamo, in qualche modo. Conosco diverse persone le quali provano whisky nuovi dopo averne letto sul blog, e questo è uno dei miei obiettivi quando scrivo. Inoltre, avendo parecchi whisky alle spalle, il blog è una buona risorsa per me stesso, per ricordarmi i whisky buoni e cattivi che ho provato in questi anni, ciò che voglio ricordare insomma.

4. Parlaci della tua passione: cosa è cambiato dall’inizio ad oggi?

4. Non è cambiato molto dall’inizio, penso che la passione sia solo diventata più forte, e se si guarda al numero di post, penso che l’aumentare sia in relazione a questo “aumento” di passione. Comunque, oggi provo anche a bere whisky con gli amici senza il bisogno di scriverne. Tante volte voglio solo bermi un whisky, senza stare a sezionarlo.

5. I tuoi whisky preferiti?

5. E’ davvero difficile scegliere un favorito, ma se dovessi scegliere tra quelli che ho assaggiato recentemente direi Benromach 100 proof, Lagavulin 16, Glenfarclas 40 ed Highland Park 18 e 25, così per nominarne qualcuno. Ovviamente ci sono gli ultra rari che ho assaggiato, ma non contiamoli… Ho un debole per il legno “anziano”, quindi i vecchi grain/malti (oltre 30/35 anni) sono qualcosa che amo tanto, non solo per l’anzianità ma proprio per il profilo che è qualcosa che mi piace davvero.

6. Cosa ne pensi del whisky nel mondo d’oggi? Qualcosa è cambiato?

6. Il whisky di oggi è molto più legato all’investimento rispetto al passato. La maggior parte dei whisky più vecchi e più costosi non sono più dei whisky di per sè, ma sono diventati un lusso. Le persone comprano whisky a basso prezzo per poi rivenderli nelle aste. Questo è davvero negativo per noi che beviamo whisky, che non lo consideriamo un investimento. Inoltre le distillerie impongono prezzi abbastanza alti ai NAS, e sembra difficile trovarne uno buono…

I whisky invecchiati ormai (tranne alcuni che non nominerò qui), se si è in grado di comprarli quest’anno, non si sarà in grado di farlo l’anno prossimo. Tristezza. Questa bolla non è cosa buona per un amante del whisky.

7. NAS vs AS: che ne pensi?

7. I NAS non sono il male, e dato che sono in giro da un po’, non c’è nulla di nuovo. Piuttosto, c’è di nuovo il fatto che alcune distillerie, sfruttando il carrozzone-NAS, aumentino i prezzi per whisky giovane e non così buono. Non discuto sul TUN 1401 (NAS), ottimo whisky, ed infatti ha del whisky vecchio nella “ricetta”, e si può avvertire anche nei batch precedenti. Comunque, non è così difficile trovare whisky NAS entry-level a prezzi non entry level. Inoltre la cristallinità è un bel problema. Io voglio sapere cosa c’è nel mio whisky, come whisky geek questo è molto importante, e NASizzando i whisky si va a nascondere imformazioni molto importanti per il bevitore di whisky. Così ti dico, sono a favore dei NAS a buon prezzo, e contro i NAS mediocri, a prezzi alti.

8. Bella intervista: concludi come ti pare!

8. Ci sarebbe da parlare a lungo del perchè ci siano così tanti whisky bloggers, molti dei quali ci sono solo per bere gratis. Il mio pensiero è questo: non si può andare avanti a lungo se si è qui solo per bere gratis. La passione è ciò che mi guida (e che guida quei pochi blogger che leggo), ma senza passione non si va avanti a lungo. Inoltre, molti blogger come me spendono un sacco di soldi in whisky, più di quanto non si possa pensare, per cui fare il blogger non si fa per il vile denaro. Alcuni sono qui solo per introdursi nell’industria, ma la maggior parte è qui per il divertimento, ed è quello che ci piace!

Slainte!

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