Nella mia breve esperienza con i vini di Bordeaux, assaggiando e soprattutto confrontandomi con altri, è emerso spesso un discreto scetticismo: dopo aver dominato il panorama mondiale dei vini di lusso, oggi Bordeaux si trova tra le mani una produzione annua ampia e variegata, con nomi altisonanti e blasonati e tirature altrettanto importanti, prezzi elevati e vini destinati all’affinamento quando non adeguati per le collezioni private. Una sorta di controsenso per il vino di oggi, leggero e pronto da subito, un cambio di paradigma gustativo che sta influenzando molti territori di produzione. Ho dunque accolto con piacere l’invito di Giacomo Bombana di Velier per una degustazione dedicata a Chateau Le Puy, una cantina dalle differenze sostanziali che proverò a sottolineare. Il ritrovo è nello Showroom di Velier dietro Piazza Duomo a Milano, indice del livello raggiunto dal distributore e importatore di Genova che ha scritto alcune pagine gloriose di storia di distillati e vino in Italia.

Chateau Le Puy è stata fondata nel 1610 e la famiglia che gestisce le operazioni è sempre la stessa, ovvero la famiglia Amoreau che si occupa di coltivare i circa 50 ettari di produzione: la quindicesima generazione sta portando avanti una produzione biodinamica con interventi ridotti al minimo, le fasi lunari del calendario di Maria Thun sono alla base delle scelte in cantina e in vigna. Dai cinquanta ettari hanno origine poco meno di duecentomila bottiglia in annate buone, dando dunque un segnale della selezione del grappolo che riduce di parecchio la resa. 

La famiglia Amoreau è orgogliosa di poter dire di condurre vigne chimicamente immacolate da sempre, una vera rarità in un territorio che spesso ha basato la propria immagine sulla quantità a scapito della genuinità del prodotto finale. Oltre a questo, la permanenza in botte per l’intera linea è importante, raggiungendo spesso i due anni di legno: il filo conduttore in fase di degustazione è una elegante nota ossidativa che fa la differenza. Posso anche segnalare la maturità percepita del frutto: queste sono solo alcune delle prerogative dei vini di Chateau Le Puy, tralasciando per ora il gusto personale e soggettivo.

Passando poi alla degustazione vera e propria, si parte con il rosato di casa Rose Marie 2021, un’altra faccia della luna rispetto ai ben più noti rosati provenzali, con un fine tannino e una discreta maturità anche olfattiva data dal Merlot. Il secondo vino è già una particolarità di per sè: Retour des Iles 2018 infatti ha un invecchiamento di otto mesi in legno ma non in cantina, bensì in nave in viaggio negli oceani, dando modo al vino di incontrare le sfumature marittime e l’ampia gamma di temperature che solo il mare può dare. Un esperimento che la famiglia porta avanti con orgoglio per un vino difficile da incasellare eppure di carattere e unicità.

Tornando con i piedi sulla terraferma ci siamo goduti due annate di Barthélemy – 2018 e 2010 – proveniente da un piccolo appezzamento storico chiamato Les Rocs con Merlot 85% e Cab Sauvignon 15%, due anni di legno usato e un carattere impostato sul frutto maturo, riuscendo a unire una discreta facilità di beva con la longevità che compete a questi vini, dando all’acquirente la possibilità di scegliere in autonomia quando godersi la bottiglia. Abbinamenti variegati, sia locali sia internazionali, per un vino di beva ma anche discreta austerità.

Ultimo vino declinato in tre annate è Emilien – 2019, 2014 e 2000 – blend bordolese con piccole percentuali di Carmenére e Malbec e due anni di affinamento in tonneau e barrique: in special modo con l’annata 2000 è palese la vocazione all’affinamento di questo vino, ma la 2019 dimostra invece una facilità di beva giocata su un tannino già acquisito e mai austero, utile invece a rendere vivace e croccante la bocca. Annata 2014 in grande spolvero, forse la bottiglia che ho preferito in questa riunione.

Ho potuto conoscere una realtà di Bordeaux lontana da Bordeaux, forse più borgognona che altro, con una cura per i dettagli che in tanti dovrebbero copiare: la mano aziendale è evidente così come la volontà di portare avanti esperimenti a tratti controintuitivi eppure adatti per andare ancora più a fondo nella conoscenza del vino, ovvero non si smette mai di imparare, anche dopo oltre quattrocento vendemmie. Ottimo lavoro: alla prossima degustazione.

Chateau Le Puy Rose Marie 2021

Discreta speziatura con chiodi di garofanao, pepe nero ad avvicinarsi allo speck. Frutta rossa di ciliegia e mora di rovo, su toni austeri. Cenni vegetali, bouquet dotato di discreta eleganza. Fiori rossi in grande spolvero specialmente dopo qualche momento.

Discreta intensità, eleganza con la frutta rossa in primo piano, piccoli frutti di bosco, mora, ribes e ciliegia, echi speziati di pepe nero e agrumi, arancia sanguinella.

Lungo, di media intensità sempre sulla frutta rossa, fragola e mora, ciliegia e leggera sapidità in chiusura.

Rosato di eleganza e anche discreta struttura, complice un filo rosso che procede lungo tutto il sorso. Piacevole nella sua austerità.

IBT 89

Chateau Le Puy Emilion 2019

Media intensità ma grande profondità, frutta rossa scura quasi nera, di mora e mirtillo con cenni di amarena. Si avvertono echi speziati eleganti, raffinati, di profondità. Eucalipto, sentori leggermente erbacei, di tamarindo.

Intenso, stoffa morbida con una buona succosità globale, la parte fruttata rimane scura, di ciliegia e amarena, mora e mirtillo, la sapidità si amplia lentamente andando a coprire i lati della lingua. Agrumi ed echi spezia it.

Lungo, di frutta rossa e arancia amara, leggera spezia e strascico sapido.

Vino di eleganza prima che di struttura, nonostante l’intensità sia importante, mai elevata. Da sottolineare la presenza della vena speziata comune a tutte le bottiglie di questa Cantina, tratto distintivo.

IBT 91

Chateau Le Puy Barthélemy 2018

Naso di terra, funghi e cuoio con la frutta scura ad apparire, mora e amarena, cenni speziati e profondità evidente. Palato pieno, denso, dal tannino vivace ma non tagliente, fresco e succoso sempre sulla frutta scura. Finale che ribadisce quanto visto al palato, dalla lunga persistenza sapida e di agrumi rossi.

IBT 92

Chateau Le Puy Retour des Iles 2018

Floreale e terroso, fiori rossi e cenni speziati, agrumi rossi, arancia amara e mora, ciliegia e amarena. Eleganza e profondità. Spezie di evoluzione importante. Palato succoso, fresco e agrumato, di frutta rossa fresca appena tagliata, ancora sapidità e un tannino morbido e avvolgente, di personalità. Finale lungo, di frutta rossa e spezie, sapidità eloquente con cenni di legno. La speziatura olfattiva si trasforma in cenni affumicati di eleganza rara, incenso e fiori appassiti.

IBT 93

Chateau Le Puy Emilion 2014

Approccio affumicato, di spezie rosse e nere, dalla frutta quasi assente se non per qualche nota di frutta rossa disidratata. Importante approccio floreale. Succoso, tannico al palato, con frutta rossa e agrumi, ancora vivace e dalla frutta rossa croccante. Finale lungo, avvolgente, di spezie e frutta rossa succosa, arancia sanguinella e affumicatura.

IBT 91

Chateau Le Puy Emilion 2000

Tratto ossidato evidente così come la parte di legno, con speziatura mai troppo intensa, frutta rossa e cenni balsamici. Tannino importante, succoso senza troppa frutta, agrumi e frutta rossa, caramella alla mora e sapidità in ampliamento. Finale lungo, avvolgente con tannino e sapidità agrumata, arancia e mora.

IBT 92

Chateau Le Puy Barthélemy 2010 

Floreale rosso e frutta ampia, cenni mentolati e di polvere da sparo. Balsamico silvestre, frutta rossa e leggero vegetale. Naso importante. palato succoso, intenso, avvolgente, dal tannino coperto dalla parte sapida, agrumi e frutta rossa. Lungo e intenso nel finale, avvolgente nel suo incedere sapido.

IBT 93