CA’ DEL BAIO – TREISO – IN CANTINA

Finalmente metto la mia bandierina da Ca’ Del Baio, cantina piuttosto nota di Treiso, responsabile di una bella gamma di vini, partendo da una serie notevole di Barbaresco declinato in diverse versioni più altre etichette locali e un manipolo di bottiglie peculiari. La cantina esiste dal 1870 a opera di Giuseppe Grasso, il quale sceglie di lasciare l’Astigiano per acquistare la Cascina Vallegrande, inclusi diversi terreni. Pensate, l’Italia esisteva come Regno da meno di un decennio e il ponte di Brooklyn era ancora un progetto su carta. Cionondimeno Giuseppe si prese cura di questo angolo di Langhe e oggi, dopo 150 anni, possiamo confermare la scelta di allora, in un mondo completamente diverso.

Nel 1921 il figlio Luigi inizia a piantare viti e dopo qualche anno effettua la prima vendemmia, pensando ovviamente a un consumo familiare e locale. L’ultimo figlio di Luigi, Ernesto, si sposa con Fiorina, nata in località Asili, e la coppia mette in comune le proprietà: un altro “colpo fortunato” potremmo dire, specie per il vino che qui viene prodotto insieme a selezionate etichette di altre prestigiose cantine. Il figlio Giulio è l’attuale titolare della cantina, coadiuvato dalla moglie Luciana e dalle figlie Paola, Valentina e Federica, ovvero la quinta generazione di Grasso a gestire queste terre.

Nei decenni la Cantina si è evoluta e varie etichette sono state aggiunte, compreso il Barbaresco Asili, il Barbaresco Pora e il Vallegrande, insieme a vigne di Riesling e Chardonnay a completare l’offerta con vitigni internazionali, eppure fortemente voluti dalla famiglia. Gli ettari sono circa 28 sparsi tra i paesi di Treiso e Barbaresco, partendo dal cru Vallegrande su cui la cantina si affaccia: un bel numero per una selezione di vini ben definiti, come avrò modo di comprendere durante l’assaggio.

Partiamo dalla cantina: gli spazi sono ampi e il sottosuolo è sfruttato sia per questioni pratiche sia per la gravità che aiuta la vinificazione. Fa bella mostra di sè un’ampia sezione dedicata alle vecchie annate, di cui la famiglia conserva il 3% di ogni produzione, sia per consumo personale e per poter analizzare i vini a distanza, sia per la comodità di poter offrire verticali e grandi formati di vini non più in commercio. Una sezione affascinante che non potrà che ampliarsi, come è giusto che sia: i vini di Ca’ del Baio – sia rossi sia bianchi – hanno grande potenziale di affinamento e meritano riposo e attenzione.

Valentina si occupa in prima persona della vinificazione e da poco ha aggiunto un’etichetta personale, ovvero il Langhe Chardonnay Valentine che strizza l’occhio alla Borgogna, grazie a fermentazione e malolattica in legno, prima di un discreto affinamento in fusto. Questa bottiglia porta a tre le etichette di Chardonnay, insieme a Luna d’Agosto e Sermine. Il Riesling appare come una scelta interessante, impreziosito dalla mineralità della Langa.

Per il Barbaresco la faccenda si complica, e per fortuna: l’etichetta di assemblaggio è l’Autinbej, una sorta di riassunto dei cru di proprietà dell’azienda e non un semplice mix di vini non all’altezza della singola vigna: il nome deriva dal modo di dire del nonno Ernesto di fronte alle vigne migliori, “autin bej”, un sigillo di garanzia. Passando alle etichette di menzione, Vallegrande, Asili e Pora occupano ciascuno un tassello unico, con affinamenti differenti che culminano nella Riserva di Asili. I contenitori preferiti sono la botte grande e il tonneau, ovvero i grandi classici delle Langhe: oltre a questo posso ribadire il potenziale di invecchiamento di ogni singola etichetta, per vini di struttura importante, finemente austeri ma mai ostici.

Negli anni la famiglia Grasso è riuscita ad ampliare e consolidare la fama che circonda Ca’ del Baio, da una parte proseguendo senza sosta nel lavoro principale – ovvero la gestione della vigna – dall’altra evitando lo snobismo e l’eccessiva ricercatezza in termini di immagine, mantenendo un profilo stilistico unico su tutta la linea, una linea ben rappresentativa di ciò che le grandi vigne di qui possono dare. Vini classici e contemporanei, menzionando ovviamente la deliziosa selezione di Barbaresco ma non tralasciando i bianchi internazionali, personali e dall’approccio facile. Ringrazio Federica e la famiglia Grasso per l’ospitalità, attendendo una nuova occasione per portare i miei omaggi in quel di Vallegrande, Treiso.


Lista dei Vini Degustati:


Ca’ del Baio di Giulio Grasso
Via Ferrere, 33 – Treiso (Cuneo)
https://www.cadelbaio.com/
cadelbaio@cadelbaio.com