LA SPIA - VISITA IN CANTINA

Tra le nuove leve del vino valtellinese ce n’è una che tanto nuova non è, ma che sta affrontando un processo di rinnovamento importante: La Spia, azienda oggi gestita da Michele Rigamonti e di proprietà della famiglia dagli anni ‘60, anche se la prima vinificazione della nuova era risale al 2006. Ci troviamo nel pieno della Sassella e la Cantina prende il nome da un costone roccioso che serviva come punto di osservazione strategico quando la Valtellina era terra di scontri e conquiste militari.

Il tempo è passato e le uniche conquiste sono in ambito vitivinicolo: Michele ha preso in mano il piccolo vigneto di famiglia situato adibito a produzione familiare e ha deciso di ampliarne il respiro, dotandosi prima di tutto di vigneti adatti allo scopo e poi di una cantina gestita da Emil Galimberti, enologo con ampia esperienza estera e dal tratto pratico e ben riconoscibile nei vini. 

Il giovanissimo Gian Marco mi mostra i locali della cantina con l’esperienza del veterano, raccontandomi come si lavora in cantina per proporre una linea che si sta completando solo ora, a distanza da diversi anni dalla prima vinificazione, anche per dare sfogo alle diverse vocazioni in vigna e con un occhio alla sperimentazione: ecco che emerge un Metodo Classico a base Nebbiolo, la doppia versione di Castelàsc Rosso e Bianco – rispettivamente Nebbiolo e Moscato Giallo con Sauvignon – per passare poi ai due IGT, bianco di Nebbiolo in barrique e rosso di Nebbiolo in botte grande.

Nota particolare: le etichette sono curate da Luca Pignatelli, artista milanese che, specie nelle Riserve, esprime un dettaglio unico.

La denominazione Valtellina è onorata con il Superiore e un piccolo gruppo di vini dal nome proprio: PG40 Sassella dedicato alla madre di Michele e ben tre selezioni di poche migliaia di bottiglie ciascuna di cui vado ad assaggiare il Sassella Superiore MR72 (Michele Rigamonti del 1972), vino che esce con anni di ritardo rispetto al Disciplinare per dare modo al vino di svilupparsi meglio in bottiglia. Una scelta consona per una cantina che vuole dare un taglio preciso alle proprio uscire, costruire su una viticoltura fisica in vigna da impiegare uomini e tante ore, ma da un filo conduttore in cantina che parla una singolare lingua in equilibrio tra concentrazione e finezza, lasciando per strada opulenze e sovrastrutture che poco hanno a che fare con il Nebbiolo e le altitudini di qui.

Se la bolla si afferma come testimone della volontà di sperimentare e consegnare un vino di ampio respiro, dalla vivacità indiscutibile ma anche dalla personalità salda, i bianchi rappresentano una sfida singolare, dando sfogo a un altro lato della Valtellina non molto battuto. La freschezza è netta e soprattutto il Bianco IGT va a incontrare un gusto contemporaneo e ampie risoluzioni culinarie, dalla beva sostenuta.

Discorso diverso per i rossi, dalla profondità accentuata e dalla concentrazione rilevante, lo stile aziendale pare ben definito, con un’attenzione particolare per la bevibilità e la vivacità palatale, con vini divertenti da osservare e analizzare ma anche ben centrati e mai sopra le righe. Ho apprezzato in particolar modo il MR72 del 2010, non gestito da Emil ma forte di un affinamento importante, dal frutto ancora concreto e succoso.

La Spia è una cantina dalle idee precise e, nonostante sono sicuro che avremo evoluzioni importanti, il cammino mi sembra già solido, da Cantina con esperienza e attenzione per il resto del mondo. Senza dimenticare le origini, senza dimenticare la Valtellina.


Lista dei Vini Degustati:


La Spia
Viale Bruno Tirelli, 70 – Castione Andevenno
https://www.laspia.wine
info@laspia.wine