Iniziamo questo report con una considerazione personale: aldilà di come è andata, essendo anche la mia prima volta a Roma, è sempre un piacere passare 3 giorni in compagnia non solo delle persone che via via ho incontrato e conosciuto in questi due anni di frequentazione del whisky, ma anche dell’atmosfera di un festival incentrato sulla mia bevanda preferita, dove il whisky è posto al centro dell’ecosistema. E’ stato davvero un piacere parlarne con chiunque, anche per mezzo minuto. Voglio ringraziare in ordine sparso e chiaramente non completo:
Claudio, il Presidente (che tu lo voglia o meno lo rimarrai a lungo): la tua passione è matura e sincera ma anche molto genuina, segno di una grande persona che si adopera per dare sempre il massimo.
Davide, con cui ho condiviso praticamente ogni momento della manifestazione, viaggi in treno inclusi: sei uno dei grandi in Italia e la tua umiltà è da prendere ad esempio.
Giuseppe, IBR: come al solito prestazione da dieci e lode, razzia i banchetti come un uccello rapace, attacca bottone con chiunque, si fa fotografare con tutti ed anche qui è il segno tangibile di una passione invidiabile. Un applauso anche allo zio, un vero personaggio che ho conosciuto meglio alla masterclass di Max Silver Seal.
– i WhiskyFacile: grandi. Poco da dire, sempre una parola anche nei momenti di difficoltà, avere il banchetto quasi centrale ha reso complicato muoversi e concedersi, hanno saputo tenere la barricata con onore e con un pizzico della solita verve.
Maurizio Beija-Flor: un ringraziamento per la selezione di GlenDronach doveroso, una splendida persona, un vero filosofo, un grande del malto italiano. Alla prossima selezione, non pensare neanche per un secondo di esserti liberato di me!
Emanuele Pellegrini Adelphi: un ringraziamento per l’ingresso, anche qui professionalità in ogni momento ed una grande passione che trapela anche durante i momenti ufficiali.
– Il forum: Paolo e l’amico anglofono, Marco e Monica, Angus e famiglia, Dyka e famiglia, GPP e Dameris, sempre con il sorriso in quella che ormai è una grande famiglia e di anno in anno si ingrandisce. Mi sono sicuramente dimenticato di qualcuno ma è colpa dell’anzianità che avanza nonostante la carta d’identità non sia d’accordo.
Max e Betty Silver Seal: gestire il banchetto d’ingresso non dev’essere stato facile eppure anche in questo caso non ho notato segnali di cedimento strutturale o nervosismo. Padroni della situazione e splendido padrone di casa durante la Masterclass. Don’t drink like a cowboy.

Chi manca? Beh, l’organizzazione: Andrea Franco, Pino Perrone che mi ha fatto entrare due ore prima per sistemare la saletta masterclass per la selezione di GlenDronach, uomo di estrema sapienza. Poi Andrea Hidden Spirit che mi ha parlato del suo lavoro con le botti, continua così che vai alla grande, Salvatore Mannino occupatissimo ma sempre con il sorriso, personaggio enorme nel panorama mondiale.

Lunedì è stato il giorno dedicato ai bartenders ed ai mixologists con un evento quasi parallelo a completare la panoramica sul whisky. Io ho avuto il piacere di poter seguire la giornata grazie a Diageo. Passiamo subito al momento maggiormente legato al mondo di Whisky Sucks, ovvero alla degustazione tecnica di Talisker, la mia distilleria preferita. Ci hanno condotto nel mondo della distilleria di Skye Franco Gasparri, ambassador Italia, e Georgina Bell, ambassador dei marchi Luxury Diageo. Abbiamo degustato nell’ordine:
– Talisker Storm, un NAS presentato ormai un annetto fa, assolutamente non disprezzabile e di cui presto presenterò le mie tasting notes;
– new make spirit, un oltre 60 gradi che ci fa presagire la grandezza dei malti di Skye: molto salino e con un malto ancora ben presente, io ho avvertito una nota di olive in salamoia davvero interessante
Talisker 57° North, un NAS anche in questo caso ma con caratteristiche di cask strength per tutti gli appassionati della gradazione piena. L’ho già assaggiato per il blog quindi non mi dilungo. Un must-have penso.
– Talisker 18 anni: l’unico con age statement della giornata, meraviglioso! Un incredibile profumo per tutta la durata del dram, anche a bicchiere vuoto, un corpo intenso al punto giusto ed insomma, anche qui giù il cappello.
Talisker Port Ruighe: il meno osannato del programma, anche dai vicini “di banco”, Davide in primis, un po’ slegato nel corpo mentre il finale non è male. Ne ho già parlato quindi vi rimando alle bellissime tasting notes del sottoscritto.
Franco e Georgina mi sono parsi competenti, Franco è una garanzia e come al solito ci ha messo lo zampino chiedendo all’organizzazione i bicchieri in vetro ufficiali per non perderci i profumi ed i sapori di Talisker. Incredibile poi quando, con il microfono in mano, ha cercato di parlare nel bicchiere. Ma insomma, dopo 4 dram può capitare…Georgina è giovane, si deve ancora fare le ossa ma ha già dalla sua una passione ben più alta della media, complice una laurea in distillazione che male non fa.

1525173_807202632627279_86128584_nAll’anno prossimo!