UN PAESE DI CANTINE / DIECI / GRAVNER

Passo in Oslavia per omaggiare una cantina icona del Friuli e dell’Italia intera, ovvero Josko Gravner : Josko Gravner è un nome fondamentale quando si parla di vini macerati, un eccellente interprete di questa versione del vino per come lo conosciamo oggi. Se oggi Oslavia siede al tavolo dei grandi italiani lo si deve anche a lui. Visitare la Cantina è un atto doveroso.

La Cantina si trova a Oslavia, località Lenzuolo Bianco, una delle due case sopravvissute ai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale e rimaneggiata più volte dalle generazioni precedenti. Il cambiamento è insito nel DNA della Cantina e di Josko, responsabile di due cambi stilistici importanti: dopo aver approcciato il vino come materia paterna, Josko ha investito per raggiungere la produzione tecnica, ovvero un uso massivo della tecnologia e della barrique. Nel 1996 una grandinata distrugge la maggior parte della produzione e Josko, memore anche di un viaggio deludente negli Stati Uniti, decide di provare a macerare parte delle uve per vederne il risultato.

Da qui inizia tutto il resto: Gravner abbandona la tecnologia e converte la cantina alla massima naturalità possibile. Qualche anno più tardi introduce l’anfora georgiana, il qvevri, dopo un altro viaggio – questa volta illuminante – nel 2000: la strada è segnata, ma non ancora conclusa. La Ribolla entra di prepotenza nei pensieri di Josko e nel 2012 avviene la conversione totale a questo vitigno, considerato il migliore da coltivare qui, con una piccola percentuale di rossi, Merlot e Cabernet Sauvignon.

La vigna che visito è il famoso Runc, con lo stagno adiacente e il sistema di coltivazione ad alberello: un ecosistema in cui la vita è incoraggiata, alberi e nidi di uccelli rendono possibile il ciclo della vita di cui la vigna è solo una parte, non il tutto.La sala che contiene le anfore pare vuota: i qvevri riposano sotto terra e la capacità varia da 1300 a 2400 litri, in cui la ribolla passa circa sei mesi di macerazione, prima di ulteriori sei mesi dopo la svinatura, prima di sei anni di attesa in botte grande. La sedia di Josko è l’emblema dell’attesa paziente, l’osservatore esterno di un lungo ciclo.

Concludiamo con la degustazione di due annate di Ribolla Gialla, 2013 e 2009: se la prima rappresenta la fase iniziale di un percorso, il secondo assaggio permette già di percepire qualcosa della grandezza di questi vini, mai grossi o adirati ma sempre fermi ed eleganti, dalle sfumature complesse che meritano attenzione e introspezione.

Gravner rappresenta la volontà umana di sperimentare, andando a volte contro se stessi in nome di un bene maggiore. Ringrazio di cuore Mateja per la dedizione, augurandomi di tornare.