Ascesa è senza dubbio un nome da tenere da conto tra le nuove leve della Valtellina vitivinicola: Fabrizio Testa ha lasciato la precedente occupazione di enologo in Maremma e dal 2018 è qui in Valtellina a combattere ogni giorno per portare avanti l’ascesa. Il nome deriva dalla montagna su cui poggiano le vigne, ascesa forse anche come il cammino che ha portato Fabrizio a salire di altitudine e dedicarsi alla viticoltura eroica, pur avendo la possibilità di stare alla larga da questo tipo di lavoro.

L’avvicinarsi al territorio è stato graduale, prima visitando alcune cantine di amici e poi decidendo di fare il grande salto e vinificare in proprio, riuscendo anche nel tempo ad acquisire terreni di viticoltori locali in cerca di qualcuno a cui lasciare le proprie amate vigne. Ottenere la fiducia non è immediato, soprattutto quando si parla di terra, ma Fabrizio è riuscito a farsi accettare nella comunità e lentamente sta ampliando il parco di vigne.

Incontro Fabrizio nel tardo pomeriggio in quella che è oggi la cantina, ovvero un piccolo stabilimento con all’interno tutti gli ingredienti per dare vita a una linea di vini tanto ristretta quanto precisa nel dichiarare le volontà di Ascesa, ovvero estrema aderenza alla tradizione di Valtellina, tradizione che vede Rosso di Valtellina e Valtellina Superiore a dividersi il palcoscenico. Il fruttaio per l’appassimento delle uve è sospeso sopra i tini e la cantina di affinamento, con alcune barrique e tonneaux, è al livello inferiore.

L’esperienza precedente come enologo ha dato modo a Fabrizio di approfondire a fondo il tema, ma, come mi ripete più volte, in Valtellina bisogna sottrarre e non aggiungere: ecco che il Rosso di Valtellina esprime una freschezza unica, un vino che può diventare un succo di frutta o una lama di acidità portato invece al livello superiore, dalla beva garantita. Probabilmente il meno concentrato dei Rossi provati, un affinamento in acciaio per mantenere il varietale e il terroir di riferimento: risultato raggiunto.

Il Valtellina Superiore parla la stessa lingua del Rosso con una macerazione più lunga e un affinamento di un anno in barrique. 

Assaggiamo anche alcuni vini dalle botti, botti di cui la destinazione non è ancora certa, con l’impronta di Fabrizio sempre presente, ovvero la succosa freschezza e l’eleganza dell’altitudine, dando modo al nebbiolo di sfiorare la signorile balsamicità che gli compete. La sottrazione è giunta a termine, con vini distanti anni luce dalle concentrazioni e dagli affinamenti ingombranti dei vini del passato (e di certo presente), prediligendo l’impronta snella e vivace del vino contemporaneo, non per moda ma per necessità.

Concludo: Fabrizio mi ha aperto le porte non solo sulla cantina Ascesa ma anche su chi ci sta dietro, questa sorta di one-man-show di un bergamasco in Valtellina che sta gradualmente facendosi strada, con lo stile preciso di chi ha già trovato una propria collocazione stilistica. L’ascesa è appena iniziata.


Lista dei Vini Degustati:


Ascesa Vini
Via Tribolatti, 42 – Tresivio
https://www.ascesavini.com
INFO@ASCESAVINI.COM