Tornare da Vietti ha sempre un sapore speciale per una serie di motivi oggettivi e personali: le vigne di proprietà sono tante e permettono di dare alla luce una gamma di vini che ha pochi rivali nelle Langhe. La capacità tecnica in vigna e in cantina è nota, così come la dimensione familiare che si respira in Azienda, nonostante i numeri importanti. Mi incontro con Serenella Riva – sales manager Italia di Vietti – per l’ormai consueto giro di assaggi annuali per verificare insieme come sono andate le cose in questo anno/anno e mezzo che definire particolare è poco. Serenella ha appena ricominciato a girare per l’Italia e le sensazioni di ripresa sono buone (parliamo di fine Agosto), segno che il colpo è stato duro per tutti ma un po’ meno per le aziende e cantina solide.

Assaggiamo dodici vini, tra cui i due bianchi (Roero Arneis e il nuovo Derthona Timorasso, alla sua seconda uscita dopo l’esordio con l’annata 2018): se l’Arneis è una bandiera di Vietti da sessant’anni, la volontà di Luca ed Elena di dare manforte ai tanti che si stanno orientando anche sul grande bianco da affinamento tortonese li ha portati a ingenti investimenti, con vigne che entreranno in produzione nei prossimi anni. Promossi.

Il trio di Barbera è stellare, quest’anno forse di più rispetto al turno precedente, con un’annata – la 2019 – che si sta traducendo in vini dall’aspetto seduttore importante, vivaci ma non nervosi, di importante struttura e potenziale rilevante. Menzione d’onore per la Barbera d’Asti La Crena, eccellente. A conti fatti le Barbere mi hanno stupito più dei Barolo, forse perché dal Nebbiolo mi attendo un livello di eccellenza elevato.

Sul Nebbiolo il discorso si amplia: se Perbacco e Castiglione confermano la bravura di Vietti nell’assemblaggio, regalando una complessità mai smaccata ma sempre al servizio della piacevolezza olfattiva e gustativa, i cru di Barolo dimostrano come l’annata 2017 sia a poca distanza dalla ben più blasonata 2016. Ho apprezzato in particolare Brunate e Rocche di Castiglione, senza che Lazzarito e Ravera siano da meno: è bello poter assaggiare cru diversi e fare una personale classifica, un’occasione che poche cantine possono offrire. Vietti sta ampliando la gamma di vigne di Barolo con Cerequio e Monvigliero.

Tutti vini eccellenti ed eloquenti già adesso, con il plus della potenzialità di affinamento importante. Discorso simile per il Barbaresco Masseria che presto vedrà nascere un fratellino direttamente da un cru leggendario di Barbaresco, ovvero Rabajà.

Ringrazio Serenella, Luca ed Elena Vietti per l’accoglienza unica. Qui sotto la lista delle degustazioni.