ALBERTO VOERZIO – BAROLO – VISITA IN CANTINA

Descrivere a parole la mia visita con Alberto Voerzio è piuttosto complicato: la filosofia di Alberto, che si declina in pratiche agronomiche ed enologiche peculiari, è unica non solo per le scelte fatte e perseguite, quanto per le motivazioni, in una relazione di causa ed effetto in cui l’unica costante è Alberto medesimo.

Nato a Bra, studente di Agraria, Alberto ha deciso di intraprendere la carriera di vigneron nel 2006, quando, anche grazie ai consigli del cugino Roberto, ha acquisito i primi ettari e ha iniziato a vinificare con il proprio nome. Le prime vinificazioni avvenivano in una cantina in affitto, ma da qualche anno è attiva e funzionante la Cantina di proprietà, di dimensioni contenute e adeguate alle esigenze di Alberto e dei suoi vini.

Come detto, le scelte di Alberto sono precise e meditate, tutto avviene per un motivo e mai a vuoto o per sentito dire: i vini di Alberto si nutrono del lavoro incessante in vigna e in cantina, tutto fatto a mano e di persona. La peculiarità risiede prima di tutto nella densità di impianto, superiore alla norma, e nella progressiva ricerca della concentrazione dell’uva con due diradamenti, il primo sul numero dei grappoli e il secondo sulla dimensione del grappolo, togliendo la metà inferiore.

Questo doppio diradamento avviene principalmente per le uve da Barolo la cui resa per pianta è di circa mezzo chilo. Alberto ha girato per tre vendemmie con una pesa da cucina in vigna per imparare quanto tagliare di ogni singolo grappolo. Definirlo ossessione credo non renda l’idea: ma si tratta di amore puro e incondizionato verso l’uva e il vino che ne risulterà.

La cantina di vinificazione e affinamento è sotto casa di Alberto, due ambienti separati a temperature diverse in cui acciaio e legno dominano i rispettivi regni, consentendo ad Alberto di decidere come agire sulle uve che arrivano in cantina. La vendemmia è eseguita a mano e ogni “carico” di uve viene immediatamente vinificato per evitare qualsiasi problematica. L’affinamento è in legno, due anni di barrique per il Barolo, 25% nuovo e 75% usato.

Le barrique sono usate fino a 7 anni, dopodichè vengono vendute e cambiate: anche sui legni Alberto vuole perfezionarsi anno dopo anno.Alberto assaggia e colma ogni botte una volta a settimana: questo consente il controllo e una conoscenza approfondita su ciascuna botte.Il focus è sui vini rossi, partendo dal Dolcetto, passando per la Barbera d’Alba (che non è superiore solo per scrupolo di Alberto: “superiore rispetto a cosa?”), Langhe Nebbiolo e due Barolo provenienti rispettivamente dai Cru La Serra e Castagni.

Avrò modo di parlare singolarmente dei vini con grande piacere, ma posso anticipare di aver incontrato un grande uomo e un grande interprete delle Langhe. Tornerò a verificare con regolarità: è una promessa e un obbligo morale.