CASCINA FONTANA - PERNO  - VISITA IN CANTINA
CASCINA FONTANA – PERNO – VISITA IN CANTINA

CASCINA FONTANA – PERNO – VISITA IN CANTINA

Riassumere il percorso di una cantina come Cascina Fontana in poche parole è difficile e forse anche riduttivo del valore intrinseco di un’azienda che si è costruita una fama inattaccabile, specialmente negli ultimi anni, con le poche bottiglie disponibili oggetto di grande ricerca da parte degli appassionati.

CASCINA FONTANA - PERNO  - VISITA IN CANTINA

Incontro Mario Fontana, titolare e responsabile, in una mattinata dal cielo plumbeo, pioviggina appena e lo scarso traffico incontrato induce un umore poco adatto alle gioie della cantina, spazzato via dalle due ore abbondanti passate insieme. Mario mi racconta nel dettaglio le sue abitudini in cantina, sesta generazione alle prese con una produzione piccola (circa 30.000 bottiglie) eppure di grande valore.

CASCINA FONTANA - PERNO  - VISITA IN CANTINA

La cantina è doppia, ovvero la sede storica è destinata all’affinamento in botti, con due sale destinate ai due formati utilizzati, botte grande e botte piccola, destinati a vini diversi. A pochi metri sorge invece la cantina di vinificazione e imbottigliamento, per cui la movimentazione del vino segue un duplice percorso.

CASCINA FONTANA - PERNO  - VISITA IN CANTINA

Sul Barolo il focus è tradizionale, ovvero legato all’assemblaggio: Mario mi spiega che questa sua convinzione coincide con la storia del Barolo, ovvero quel vino che i contadini di un’epoca assemblavano per riuscire a riempire una o più botti grandi. Il Barolo di singola vigna non era praticato perché poco remunerativo, avendo anche quantità scarse di un’uva che non era apprezzata come lo è oggi. Avendo a che fare spesso con annate difficili, era necessario ottenere il Barolo solo in vendemmie grandi, lasciando anche la possibilità di mettere in commercio questo vino per più anni di seguito.

Oggi Mario rimane su questa linea e assembla due Barolo: il Classico arriva da due appezzamenti, uno a La Morra che arriva dalla famiglia della moglie e che Mario coltiva dal 1998, insieme ai due cru di Castiglione Falletto, da cui deriva anche il Barolo dell’omonimo Comune.

CASCINA FONTANA - PERNO  - VISITA IN CANTINA

La Cantina ha esportato la maggior parte delle proprie bottiglie lasciando una piccola percentuale al mercato italiano, mentre oggi la richiesta interna è ben più alta. Credo che anche questo punto sia stato decisivo nella reputazione di Cascina Fontana.Il viaggio tra gli assaggi parte dal Dolcetto 2020, appena imbottigliato e senza etichetta ufficiale, un vino ancorato al classico vino da pasto, da pausa, da beva alta: il Dolcetto della pura tradizione langarola. Proviamo anche il Langhe Nebbiolo 2019 direttamente dalla vasca, vinoso il giusto ma già di personalità, adorabile. La Barbera è particolare, non vedo l’ora di parlarne, così come il Nebbiolo senza solfiti aggiunti (NOSO2), che definire peculiare è poco, targato Triple AAA.

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Concludiamo con il Barolo 2017, un Barolo imbottigliato da meno di due mesi ma che già dimostra tanto, annata che appare ben più pronta delle due precedenti e che credo avrà un felice decorso in bottiglia.Chiudo: non solo i vini di Mario e famiglia sono ottimi, ma mantengono quel carattere che connota trasversalmente alcune cantine che ho visitato, ovvero la sensazione che dentro la bottiglia ci sia lavoro, passione, esperienza, e la fama venga solo dopo. Non vedo l’ora di tornare da queste parti e godermi di nuovo le magie di Cascina Fontana.