ARCARI DANESI – VISITA IN CANTINA – 15 GIUGNO

Torno da Arcari + Danesi dopo quasi un anno, l’unico metodo per verificare l’evoluzione di una cantina giovane ma non inesperta.

Giovanni Arcari e Arianna Vianello sono al lavoro dopo il periodo COVID, le vigne sul Monte Orfano sono sempre belle, un digradare verso la pianura che rende il panorama uno dei migliori di zona. Qui le bottiglie riposano prima e dopo la sboccatura, gli affinamenti sono cospicui.

L’Azienda conta circa 3 ettari vitati ma almeno 35 di bosco, con l’intenzione di acquisirne ancora: la produzione si attesta sulle 30.000 bottiglie annue ma Giovanni mi spiega che non c’è il progetto di aumentare i numeri, quanto di rendere sostenibile il progetto. Un sentimento nobile contrario alle tante aziende che pensano solo ad ampliarsi e aumentare la produzione: da Arcari+Danesi non funziona così, e al mio iniziale e lecito dubbio si sostituisce la consapevolezza che l’Azienda ha nei confronti del proprio ruolo nel Mondo.

La conversazione si sposta sul vino: eccomi di fronte ai vini SoloUva, metodo utilizzato anche da Arcari + Danesi che consiste nell’abolizione totale dello zucchero nella produzione del Metodo Classico, sostituendolo con mosto congelato. Questa certificazione è unica e di grande rilievo, tanto che altri produttori la stanno adottando.

Assaggio il Brut e la novità Rosé, 100% Pinot Nero, di bella ampiezza, prima di passare ad alcune nuove annate di Arcari + Danesi, quindi Dosaggio Zero 2016, Satén 2015, Coro delle Monache 2013, per concludere con il T2008, etichettato da Arianna sul momento e responsabile di un’enorme Madeleine personale. Ottimi.

Ringrazio Arianna e Giovanni per il tempo e l’attenzione, con la missione di seguire a fondo i prossimi passi di questa bella realtà.