Arrivo con vivo interesse da una delle realtà ilcinesi che più sono affermate negli ultimi anni – Casanova di Neri – di proprietà della famiglia Neri dal 1971 quando il capostipite Giovanni Neri, un commerciante di grano, acquista la tenuta. Oggi Casanova di Neri è un nome di peso nell’ecosistema del Brunello, responsabile di etichette entrate nella leggenda (Cerretalto) e con una conduzione familiare che tra i grandi è sempre più rara. Merito di una famiglia che mi ha subito dimostrato passione e determinazione, prerogative obbligatorie per chi vuole mantenere una fama acquisita a colpi di vini di elevata qualità.




Oggi Casanova di Neri può contare su 79 ettari di proprietà distribuiti in 7 vigneti differenti, aventi come clone un singolo proveniente dal vigneto Cerretalto, lentamente propagato in tutte le vigne aziendali. La caratteristica dell’azienda è dunque quella di poter contare su sette zone di produzione molto diverse da cui trarre il meglio, per poi declinarlo nelle varie etichette. Le etichette principali sono di Brunello con ben quattro rappresentanti: il Brunello di Montalcino etichetta bianca, il Brunello Tenuta Nuova, il Brunello Giovanni Neri e il Brunello Cerretalto che però viene proposto solo in annate con determinate caratteristiche di qualità. Completano la gamma due Rossi di Montalcino e il Pietradonice.






Mi accoglie Gianlorenzo, nipote di Giovanni e oggi terza generazione della Cantina, con un interesse spiccato per i mercati esteri (al ritorno dal Nord Europa e in partenza per l’Asia) e da subito comprendo come la scelta di rimanere in Azienda sia stata estremamente naturale. L’esterno della cantina, oltre alla villa dove si tengono le degustazioni, sembra nascosto sotto le vigne, sotto il terreno che circonda il centro della collina sotto cui in realtà sorge una forza produttiva enorme, con acciaio e legno in grande quantità. La vinificazione avviene in legno troncoconico e procede fino a un mese per il Cerretalto, un’estrazione decisamente importante ma necessaria per spiccare tra le tante belle etichette della zona. Un colonnato molto suggestivo nonostante la plumbea giornata di Febbraio mi conduce in vinificazione, prima la parte di acciaio e poi la parte di legno, per passare all’enorme barricaia dove i vini riposano fino a 36 mesi. Da sottolineare la presenza di vari fornitori di legno per dare spazio a più sfumature dell’utensile-legno. Dopo una visione maestosa con i cestoni pieni di bottiglie pronte a girare il mondo torniamo in superficie e ci dedichiamo alla degustazione delle quattro etichette di Brunello con la relative differenze zonali e di gestione.
Se il Brunello etichetta bianca rappresenta il biglietto da visita della cantina, raccogliendo uve da più vigne, il Tenuta Nuova arriva da una inedita vigna nel sud est dell’areale di Montalcino e il Giovanni Neri nasce dal vigneto omonimo acquistato nel 2018 e ripiantato con il clone di Cerretalto. Cerretalto esce solo in annate speciali, come l’attuale 2019. Allora stesso modo ho potuto constatare calici alla mano che i quattro Brunello di Casanova di Neri non sono solo vini diversi da un punto di vista dell’origine, ma anche dell’obiettivo che la Cantina si dà ogni qualvolta propone un’etichetta nuova e diversa da quelle precedenti. Se il Cerretalto rappresenta il vertice qualitativo e il Brunello etichetta bianca un riassunto delle vigne impegnate, Giovanni Neri e Tenuta Nuova si distanziano per tannino, profondità gustativa, longevità e ampiezza. Immagino che in ogni annata sia divertente perdersi tra le sfumature e potendo anche seguirne l’evoluzione negli anni la bellezza del vino si spiega da sé.






Ciò che ho potuto percepire in cantina deriva dall’attaccamento familiare dei Neri a questa Cantina e a questo territorio, con la volontà netta di confrontarsi con i più grandi senza timore, potendo contare su una forza, un entusiasmo, un impegno e una costanza che pochi hanno. Non mi resta che dare appuntamento a Casanova di Neri alla mia prossima scappata ilcinese, ringraziando Gianlorenzo e Giacomo per il tempo e la disponibilità.





BRUNELLO DI MONTALCINO “ETICHETTA BIANCA” 2020
Scuro di frutta rossa, ciliegia e mora, amarena, un filo di terra a dare spessore. Piccoli frutti rossi, centrale la parte scura. Cornice ematica.
In bocca è fresco, discretamente succoso, dai risvolti tannici che incontrano la freschezza. Buona sapidità, zone scure ben amalgamate alla frutta rossa. Finale asciutto, pulito, di frutta rossa scura, ciliegia e mora.
Vino di intensa sapidità palatale che si amplia sul naso nonostante la giovane età. Di certo godibile oggi, nonostante la cantina possa ampliarne i traguardi.
IBT 92
BRUNELLO DI MONTALCINO TENUTA NUOVA 2020
Naso di duplice aspetto, da una parte la classica frutta rossa scura, amarena e marasca, ciliegia e mora, per dare spazio a una parte balsamica, minerale, quasi iodata e salina, che da una tridimensionalità inedita. Naso profumato e sensuale.
In bocca ha la medesima parte minerale e succosa del naso, dando spazio a un tannino coraggioso, fitto, di grande ampiezza. Lungo nel finale, salino e balsamico, rosmarino e iodio.
Vino di personalità unica e inedita, una sapidità che definisco coraggiosa proprio per l’apparente distanza da cioè che il Brunello rappresenta. Finale appassionante.
IBT 95
BRUNELLO DI MONTALCINO GIOVANNI NERI 2020
Terra e cuoio, tartufo e note scure di tabacco, la frutta rossa è scura, marasca e amarena, di nera succosità. Profondo nonostante una certa sensualità già presente. Melograno e rame. In bocca è fitto, succoso, dei frutta rossa come mora e mirtillo, fragola, dal tannino appiccicoso che si espande lento e inesorabile sulla lingua. Tannino masticabile in fondo, lungo e sapido, salino e fruttato.
Vino di grande ampiezza in bocca, con un profilo unico al naso, di profondità e lunghezza, non privo di una degna eleganza.
IBT 94
BRUNELLO DI MONTALCINO CERRETALTO 2019
Profondo e austero, dalle note profumate di fiori rossi, rosa e viola, con cenni fruttati di amarena e mora. Tabacco nero, terra e un cenno di fungo, quasi tartufo. Impressionante la monoliticità dell’annata, cavalcata fino in fondo dall’azienda.
In bocca esplode la freschezza, di grande succosità, dalla mora alla fragola all’amarena, con il tannino che arriva in un secondo momento, un tannino fitto sulla punta della lingua. Volume importante. Finale lungo, asciutto, grande salivazione. Tannino, frutta rossa, melograno e amarena, cenni ematici.
Grande vino.
IBT 96
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