ALBINO ROCCA BARBARESCO RONCHI 2019

L’annata 2019 sta prendendo forma nella mia mente, un’annata che diventerà grande e che – ad oggi – presenta vini piuttosto contratti, mai troppo eloquenti come nell’annata 2018. In tal senso la profondità olfattiva andrà a consolidarsi lentamente, così come le durezze palatali in grado di promettere una longevità importante. Per rimanere in tema di vini classici non posso non partire da Albino Rocca, cantina gestita dalle tre sorelle Rocca e da Carlo Castellengo: il manipolo di etichette è dedicato per la maggior parte al Barbaresco, con incursioni nei classici langaroli. Il Barbaresco Ronchi è un po’ il manifesto aziendale, la vigna-giardino su cui si affacciano la cantina e la nuova stupenda sala degustazione, in cui mi sono fermato con Monica Rocca a degustare. Affinamento di due anni in botte grande e in piccola parte in barrique.

Si apre su una discreta croccantezza di frutta con guscio, lasciando poi spazio a note profonde e ampie di frutta rossa, mora e ciliegia, fragola e amarena. La parte balsamica è giocata sulla profondità dei fiori rossi e sulle spezie. Lampone, cedro, cenni silvestri.

Ampio, intenso e solido, trama tannica fine accompagnata da abbondanti note fruttate che virano sull’austerità, senza pratiche facilonerie. Mora, ciliegia, amarena, fragola e cenni ematici, speziatura rossa, fiori rossi. Molto bello.

Lungo, tannico e succoso di agrumi, limone, arancia sanguinella, mora e fragola, tannino deciso e fitto, più alto che largo, dall’inesauribile verve sapida.

Barbaresco di struttura e carattere con una longevità importante ma che già oggi mostra parte di un bagaglio notevole. Palato nervoso e teso, ampio e a suo modo avvolgente. Da prediligere dal 2028.

IBT 94