ALBINO ROCCA BARBARESCO RONCHI RISERVA 2016

Un’altra bella sorpresa per me è stata poter incontrare la famiglia Rocca di Albino Rocca , un tris di sorelle e l’aggiunta di Carlo Castellengo, eredi di una tradizione langarola nel Barbaresco di non pochi meriti. Giacomo, Albino e papà Angelo: tre generazioni che hanno dato vita a un’azienda solida, una cantina che non ha paura di confrontarsi con il presente ma che cerca di perfezionare le proprie opere, annata dopo annata. Con Monica Rocca ho assaggiato diversi vini tra cui si è distinto in particolar modo questa Riserva 2016 del cru Ronchi, ovvero il vigneto di casa, il giardino della famiglia Rocca: due anni di permanenza in legno grande e il resto in vetro per meno di duemila bottiglie prodotte solo in annate speciali.

Di buona profondità con l’affinamento ad evidenziarsi con note scure, di legno, ad affiancare la frutta rossa. Mora, ciliegia e amarena che lasciano spazio alla fragola, note balsamiche importanti, così come le spezie scure a farsi notare.

Ampio e dal tannino intenso, di profonda verticalità, il tutto su un substrato minerale e sapido a dir poco largo. Ancora frutta rossa, dalla fragola alla mora, cenni agrumati di arancia e limone, cedro e menta.

Lungo e tannico, cenni dell’affinamento, frutta rossa e spezie. Strascico sapido a dir poco ampio e lungo.

Bottiglia destinata alla cantina che oggi racconta soltanto una parte della storia. Come dicevo, di beva non immediata anche se è impossibile non riconoscere l’ottima fattura. La bellezza del Ronchi.

IBT 93