PAOLO SCAVINO – BAROLO – VISITA IN CANTINA

Paolo Scavino rappresenta un nome storico quando di parla di Barolo, una cantina che negli ultimi 100 anni ha saputo destreggiarsi tra momenti alti e bassi mantenendo una coerenza stilistica e aziendale che solo pochi grandi hanno. La sede odierna di Castiglione Falletto è il punto di incontro ideale al centro della DOCG del Barolo, rendendo la Cantina un esempio di come la crescita graduale sia la via primaria per il perfezionamento.

Paolo Scavino è il figlio del fondatore Lorenzo, il quale ebbe l’idea di intraprendere la vinificazione come business familiare nel 1921, provenendo comunque da generazioni di contadini e viticoltori. Paolo ha dato il nome alla Cantina, ma con il figlio Enrico, presente in azienda dal 1951, si ha la svolta che ha portato la Cantina ad essere ciò che è oggi. Gradualmente sono stati ampliati i locali, che oggi rappresentano un patrimonio enorme di tecnologia e precisione tecnica, e sono state acquisite vigne importanti.

Oggi Paolo Scavino possiede parcelle in 16 Cru del Barolo, confezionando 9 Barolo differenti, di cui due assemblaggi (Barolo Classico e CaRoBric), due Riserve e cinque Cru: un numero impressionante che costringe la Cantina a procedimenti di vinificazione ai limiti dell’ossessione per mantenere le caratteristiche peculiari di ciascuna vigna, raccolta e vinificata separatamente.

Le vigne che compongono il Barolo di assemblaggio non sono imbottigliate singolarmente e viceversa, cioè le singole vigne rimangono singole e non vengono mai assemblate. L’affinamento avviene nella cantina sotterranea, di dimensioni pantagrueliche e dal numero di legni immenso. Gestire e controllare questo patrimonio di legni e acciaio è impresa immane e richiede un lavoro incessante, anche perché ogni parcella dimora sia in legno piccolo sia in legno grande, prima dell’assemblaggio e della permanenza in acciaio per dare stabilità e decantazione naturale.

Oltre all’assemblaggio di otto parcelle di Barolo sparse in vari Comuni, Paolo Scavino è noto per due Barolo in particolare, ovvero CaRoBric e Bric del Fiasc.

Barolo CaRoBric è un assemblaggio di tre parcelle dei Cru Cannubi, Rocche di Castiglione e Bric del Fiasc, da cui deriva anche il Barolo omonimo che rappresenta il “vigneto casalingo” della famiglia, la bottiglia iconica del nome Paolo Scavino. 

Finita la parte dei Barolo, Paolo Scavino produce una linea ampia di referenze del territorio, prevalenza di rossi ma anche un bianco chiamato Sorriso a base Chardonnay, Sauvignon Blanc e Viognier. Dolcetto, Barbera e Nebbiolo fanno il resto.

Si assaggia? Ben più che volentieri: dopo il Sorriso 2020 passiamo al nebbiolo in versione Langhe 2019 e in quattro declinazioni di Barolo, Bricco Ambrogio 2017, Ravera 2017, Bric del Fiasc 2017 e Rocche dell’Annunziata Riserva 2015. Inutile discuterne in questa sede, le mie recensioni saranno online presto. Quello che ho avvertito però è l’attenzione per il frutto nella sua profondità e la tensione al perfezionamento, sottolineando la gloriosa storia di una cantina che non si accontenta di ciò che ha fatto ma che cerca nuove soluzioni.

Ringrazio Anna e Andrea per l’attenzione e il tempo che mi hanno dedicato: tornerò quanto prima.