BRUNO ROCCA – BARBARESCO – NUOVE ANNATE

Torno da Bruno Rocca, una delle mie cantine del cuore, per assaggiare alcune nuove annate con Luisa Rocca, responsabile commerciale/marketing e mille altre cose all’interno della Cantina di famiglia. I minuti di distanza dal centro di Barbaresco sono un paio, i vicini di casa sono tanti e tutti nomi noti nel settore, ma il giardino della casa di famiglia fa di nome Rabajà: serve aggiungere altro?

Prima della degustazione chiedo a Luisa di portarmi nel caveau: qui riposano alcune bottiglie storiche e di ogni annata che ciclicamente vengono messe da parte per il futuro: è un tuffo nel passato, osservando da vicino le etichette adoperate dagli albori della cantina nei primi anni ‘80 a oggi, le modifiche nel “packaging” fino al risultato odierno che vede una sostanziale uniformità, elemento pregevole e che auspico per tante cantine in giro per l’Italia.

Passiamo all’assaggio: Luisa ha pensato di partire dai piccoli di casa per poi sterzare verso il Barbaresco in tre versioni. Piccoli per modo di dire: Chardonnay Cadet 2019, Dolcetto Trifolé 2020 e Barbera d’Alba 2019 sono un grande ingresso. Spesso, assaggiando in cantina tutti (o quasi) i vini prodotti da una cantina, può capitare di porre minore attenzione sui primi vini aspettando i nomi importanti, le DOCG note in tutto il mondo. Allarme: si rischia di privarsi di uno dei piaceri del vino, ovvero la piacevolezza unita alla facilità di beva. Con questo trio, specie l’adamantino Chardonnay, ho avuto la sensazione della grande cura nei dettagli che la famiglia impiega costantemente.

Passiamo al nebbiolo? Il Barbaresco 2018 proviene dagli appezzamenti più piccoli, vinificati separatamente e uniti solo prima dell’imbottigliamento. L’annata racconta una storia fresca, distante da 2015, 2016 e 2017, un’annata golosa già oggi, elegante e seducente dal primo approccio. Le Riserve Currà e Rabajà 2015 raccontano un’altra storia: l’annata è importante, nonostante il diverso cru ho potuto apprezzare la medesima profondità, il frutto accarezzato in vinificazione e fatto riposare tra cuscini di rovere. Vergognosamente eccellenti.

Grazie Luisa Rocca.