DALZOCCHIO PINOT NERO 2017

Torno in Trentino per una bottiglia ben più che particolare, unica nel suo genere: la cantina Dalzocchio di Elisabetta produce infatti una sola etichetta da poco meno di due ettari vitati (e due di foresta) nella zona di Rovereto, provincia di Trento. La cantina è stata fondata nel 1979 dal padre di Elisabetta, Riccardo, revisore contabile e contadino all’improvviso. Elisabetta non solo ha deciso di rimanere alla terra, ma anche di lavorare le uve in proprio e smettere di conferire, scegliendo anche il regime biodinamico per la conduzione del suo Pinot Nero. Nel calice mi trovo dunque una delle 10.000 bottiglie annue: fermentazione spontanea e 18 mesi di affinamento in barrique.

Austero e fremente di frutta a bacca rossa, dalla mora alla ciliegia con un filo di confettura di fragola ed echi balsamici di radice di liquirizia ed eucalipto, senza dimenticare una nota lontana silvestre. Grafite, humus, terra umida: suggestioni.

Fresco e solido, dalla struttura fine e dalla trama acida di discreta personalità, proseguendo a lungo su note fresche di frutta rossa appena spremuta, mora, ciliegia e fragola con un eco lontano di scorza di arancia. Tannino impercettibile alla sensazione tattile ma presente in tridimensionalità.

Lungo, fresco ed educatamente sapido, si chiude su note fruttate rosse e scure, ciliegia e mora, di elegante pulizia.

Un grande Pinot Nero, di certo fra i migliori passati da queste parti, con un’eleganza mai esuberante nonostante una materia viva e pulsante, figlia di altura e dunque foriera di acidità. Da consegnare alla cantina per verificare l’evoluzione, nonostante la straordinaria bevibilità odierna.

IBT 93