TALENTI PODERE PIAN DI CONTE BRUNELLO DI MONTALCINO 1986

Benvenuti a Montalcino, terra amata (e ricambiata) dal Sangiovese, uva straordinaria tra le tre migliori del mondo (la numero uno è scontata). Qui Pierluigi Talenti decise di trasferirsi dall’Emilia Romagna e acquistò un podere con terreni annessi Talenti. Pierluigi fece un grande lavoro di selezione dei cloni più adatti e oggi il nipote Riccardo @TalentiRiccardo si sta dando da fare con un programma di parcellizzazione capillare, andando anche a creare un Brunello da singola vigna dedicato al nonno. Ma torniamo un attimo nel 1986, anno di nascita di questa bottiglia che ho scovato negli anfratti dell’internet: annata considerata media dopo l’exploit della 1985, il mio sesto senso mi dice che comunque berrò bene.

Etereo e leggiadro, eleganza della frutta rossa come fragola e mora per iniziare. Resiste ancora una discreta parte minerale, sapida e speziata, dotata di buona intensità. La terziarizzazione ha aggiunto qualche nota scura di cacao, terra e tabacco italico, senza oscurare la freschezza della frutta. Emergono note fresche di menta e fiori di sambuco, note balsamiche silvestri. Più avanti arrivano note più evolute di funghi e zafferano.

Ancora fresco, frutta rossa fragrante come mirtillo, ribes e fragola, seguita da una spinta sapida importante, con spezie delicate e tannino ancora vivace. Incredibile la struttura dopo tanti anni dalla messa in bottiglia, vino che potrebbe avere venti anni di meno senza problemi.

Lungo, fresco e tannico, frutta rossa come fragola mirtillo e ribes, spezie e strascichi citrici persistenti.

Mi inchino alla freschezza di questo vino, a dir poco incredibile, alla cieca chiunque avrebbe potuto scambiarlo per un Rosso di Montalcino recente. L’evoluzione è limitata, forse per la grande struttura iniziale. Piacevole a dir poco, potrebbe avere maggiore complessità, ma è proprio una puntualizzazione probabilmente superflua. Eroico.

IBT 93