WILDMAKERS SABATICO 2016

Assaggio oggi un vino particolare per i miei canoni, ovvero un vino dal Cile, grazie allo zampino degli amidi di Elemento Indigeno, distributori di tante delizie da tutto il globo. L’etichetta di Wildmakers non solo è molto bella ma racconta una storia: la pianta raffigurata esiste davvero ed è ultracentenaria, oltre ad essere a piede franco. Blend quasi pari di Cariñena (il sardo Carignano) e Garnacha (Grenache o Cannonau o Tocai Rosso), per la prima 80 anni di vite e per la seconda probabilmente 120 (i dati non sono certi) per una zona che non sembra toccata dalla fillossera. Affinamento di 18 mesi in botte francese da 600 litri. Introduzione convincente: detto questo, non mi resta che provarlo! Grazie ai ragazzi di Elemento Indigeno.

Particolare, se lo contendono note di frutta rossa fresca, amarena e ciliegia, e note erbacee, di macchia mediterranea, con pino silvestre, rosmarino e oliva nera. Discreta austerità, si avvertono echi di legno e spezie con uno strascico prolungato di fiori rossi. Accenni di fave di cacao.

Fresco, gli agrumi introducono un morbido velluto di frutta a bacca rossa, mora ciliegia e ribes, lasciando poi spazio alle note citriche e sapide, di decisa intensità. La mora domina, ancora un po’ acerba.

Lungo e speziato, sapidità consistente, note fruttate citriche e di frutta rossa, con la freschezza sempre in primo piano.

Blend inedito nel mio repertorio che gode di un’ottima esecuzione, l’effetto “bomba fruttata” è scongiurato grazie a una spalla acida evidente, tale da giustificare la consigliata permanenza in cantina.

IBT 90