Gennaio 2014. Scrivo una email a Glendronach, avrei voluto avere un’idea di quanto potesse costare una botte di whisky. La mia passione per il whisky era recente, così l’ingenuità mi aveva spinto a fare più domande di quante ne potessi davvero fare, provando a scalfire la superficie di un mondo a dir poco ampio e che di certo non conosco a fondo nemmeno oggi. Il corrispondente scozzese mi mette in contatto con un signore sconosciuto, tale Maurizio Cagnolati, capo dell’azienda che si occupa di importare Glendronach in Italia.

Ci si mette poco: grazie alla disponibilità e attenzione di Maurizio la botte viene destinata all’Italia, l’acquisto è diviso tra Beija-Flor e Silver Seal di Max Righi, altro monumento nazionale. Tutto qui? No. Maurizio concorda con me nel voler far selezionare la botte a chi di whisky scrive in Italia, un modo di fare il punto della situazione e incontrarsi, finalmente, faccia a faccia. L’occasione sarà poi lo Spirit of Scotland, oggi Whisky Rome Festival, presso l’Aranciera di Roma, posto meraviglioso e incantato dove conosco tante altre persone. Si seleziona la domenica mattina, la numero 35 del 1993, straordinaria. Inutile dire che Maurizio mi regala una bottiglia, whisky che non aprirò mai per rispetto. O magari lo aprirò, non ho ancora deciso.

Salto in avanti, estate 2014: io e Giuseppe decidiamo di andare su Islay, l’isola del whisky, una full immersione di 7 giorni visitando tutte le distillerie, tour sopraffino da Kilchoman sempre su intervento di Maurizio con ben quattro single caso offerti da Leonie. Finito il soggiorno sull’isola raggiungiamo Maurizio a Campbeltown, ci accompagna a visitare Springbank e Kilkerran, poi un salto allo shop di Cadenhead’s per berci qualcos’altro, perdonate la memoria ma non ricordo cosa.

Da quel momento in poi ho incontrato Maurizio almeno tre volte l’anno, sempre occasioni di festa per l’ambientazione in qualche festival, selezioniamo un Tomatin a Milano all’haro Pub, poi a Castelfranco, poi ancora in varie edizioni del Milano Whisky Festival, da una parte e dall’altra del banchetto con tante altre persone.

I sample, Maurizio. Quanti sample mi hai dato? Litri suddivisi in porzioni da 3 o 5cl, sempre con il tuo benestare bonario e sornione, “cosa ci vuoi fare, sono ragazzi”. Occhi al cielo e via a versare un’altra bottiglia. Eri una presenza importante ma non ingombrante, anche negli ultimi due anni in cui la mia passione per il whisky è scemata, di sicuro per colpa mia.

Non sto qui a fare un elenco di doti o qualità o altro, non posso pretendere di averti conosciuto per il poco tempo in cui ci siamo incontrati. Posso dirti che da oggi non ho più un amico. Non risponderai più su Skype o alle email. Non mi manderai più la newsletter con le tue selezioni. Ma io di certo non ti dimenticherò.

Maurizio Cagnolati