CONCHA Y TORO CARMENERE GRAN RESERVA 2017

Oggi provo il vino di un produttore cileno che non dovrebbe avere bisogno di presentazioni: Concha y Toro, fondata nel 1883, oggi è il maggior produttore di vino del Sud America e fatturato annuo abbondantemente sopra i 950 milioni di dollari. Possiede vigneti in tutte le zone più vocate del Cile e possiede vigne anche in California.
Qui proviamo un Carmenere in purezza, vitigno poco diffuso dalle nostre parti, (qualcosa in Veneto) ma che regala grandi soddisfazioni al palato. In Cile è talmente diffuso che lo considerano persino autoctono.
Si presenta con un bel rosso scuro intenso, con riflessi brillanti di colore violetto: assaggiamo!

Subito molto intenso al naso, ricco di ampie note di prugna secca, grafite, amarena e confettura di frutti rossi maturi, un eco di affumicato appena percettibile. Non nasconde una vena balsamica accompagnata da un finale di vinacce.

Quello che si sente col naso è solo il preludio del tripudio di sapori. Frutti rossi, specialmente ciliegia matura, legno, vaniglia, resina, tabacco, cuoio.
Decisamente intenso, rotondo e corposo con una nota di violetta e cioccolato in seconda battuta. Tannini vellutati ed una lieve freschezza che compare nel momento giusto.

Persistenza infinita, riaffiora il legno e una nota mandorlata e minerale a chiudere.

Maledettamente gradevole e beverino seppure di enorme struttura.
Merita una riflessione sui massimi sistemi. È buono, davvero. Ma forse è “un po’ troppo” di tutto. Forse è esagerato, una tempesta che schiaffeggia le papille gustative. Forse un vino ha bisogno di maggiore austerità, deve essere meno invadente. Forse è troppo “ingegnerizzato” per piacere e seguire la moda. O forse è solo che è una delle infinite declinazioni del buon vino, non per questo da crocifiggere.

IBT 90